Mangiano tonno e si sentono male: tutta la famiglia finisce in ospedale

Il tonno è stato cpmprato da un ambulante. In quattro hanno manifestato intossicazione da istamina, nota come “sindrome sgombroidea”

Una famiglia di Castelvetrano ha mangiato tonno fresco, acquistato durante la mattinata di ieri presso un ambulante. Dopo averlo consumato è stata vittima di una grave intossicazione che li ha costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso del nosocomio del paese. Dopo avere cenato, mezz’ora dopo la consumazione del tonno, prima la mamma e poi la figlia 27enne hanno accusare sintomi di soffocamento, e sono state accompagnate dai familiari al pronto soccorso dell’Ospedale Vittorio Emanuele II. I sanitari hanno tempestivamente diagnosticato l’intossicazione da istamina, nota come la “sindrome sgombroidea“, una delle più comuni intossicazioni da ingestione di pesce. Mentre madre e figlia ricevevano le cure del caso, anche il papà e l’altro figlio, gli altri due componenti della famiglia che avevano mangiato il tonno,  hanno cominciato ad accusare anche loro i sintomi dell’intossicazione, accompagnati da eruzioni cutanee. Hanno avvertito immediatamente i medici, che già a conoscenza dei fatti, che come da protocollo hanno somministrato antistaminici ed epatoprotettori.

Le condizioni cliniche della famiglia

Il padre ed il figlio, che presentavano sintomi lievi, dopo le cure, sono stati dimessi. Invece restano stazionarie le condizioni della figlia ventisettenne, che, a quanto pare, sembra sia stata quella che ha avuto i sintomi più gravi. Attualmente la ragazza si trova ancora ricoverata presso l’Ospedale. È sotto osservazione., ma le sue condizioni sono stabili. Resta precauzionalmente ricoverata anche la madre, ma in condizioni migliori. Soffre di un’altra patologia, e quindi i medici prima di dimetterla vogliono monitorare il quadro clinico generale.

Intossicazione da istamina

Per i quattro, quindi, i sintomi di una grave intossicazione da istamina, meglio nota come sindrome sgombroidea. Si verifica quando il pesce non viene abbattuto in congelatore a temperature inferiori allo 0°, per debellare qualsiasi ipotesi di infezione. La sindrome sgombroidea è un’intossicazione alimentare provocata dal consumo di pesce contenente quantità elevate di istamina, una sostanza che può causare reazioni simili a quelle di un’allergia. I sintomi più ricorrenti sono orticaria, prurito, dolori addominali e diarrea. Il modo più sicuro per prevenire la sindrome sgombroide è il raffreddamento rapido del pesce immediatamente dopo la pesca.

La “catena del freddo” del tonno

Dopo il pesce deve essere mantenuto rigorosamente a una temperatura bassa, ovvero a una temperatura inferiore a 4°C, meglio se fino al consumo o prima della cottura. Questo serve per prevenire la crescita batterica e la formazione di istamina. Nelle fasi successive alla pesca si deve, quindi, seguire una catena del freddo fino alla cucina, poiché la produzione di istamina spesso è causata dall’esposizione prolungata del pesce a temperatura ambiente. Ciò facilita la moltiplicazione batterica e l’attività di conversione dell’istidina in istamina e, quindi, il rischio di sindrome sgombroide.