Manifesti a Palermo con le foto degli amanti, quando a farne le spese è sempre la donna

Questa mattina, Palermo si è svegliata con decine di manifesti apparsi in centro con scritto: “Gli amanti della mia ex moglie”. No, non è il titolo di un film

Questa mattina, Palermo si è svegliata con decine di manifesti apparsi in centro con scritto: “Gli amanti della mia ex moglie”. No, non è il titolo di un film né di uno spettacolo tragi-comico. Sono volti di uomini, una decina in totale, con tanto di nome e cognome, messi alla gogna per essere stati i presunti amanti di una donna. Non è chiaro chi sia l’autore del gesto. L’ex marito ci ha però comunicato di essere totalmente estraneo alla vicenda.

I manifesti degli amanti in città

Per alcuni si tratterà semplicemente di una bravata, altri rideranno ancora vedendo quelle facce che conosceranno o avranno magari intravisto da qualche parte. Sembra di poterne sentire già l’eco: “Tale a chiddu”, “Ma chistu è u l’amicu/figghiu/cucinu di…”. Per non parlare poi dei commenti che riserveranno alla donna. Quelli è meglio non citarli.

Vendette e giudizi

Chi pensa a come possa sentirsi quella donna, la cui foto appare insieme ai presunti amanti? No, certo, lei “Se l’è meritato”. Ciò che spaventa ed indigna fortemente è che l’altro possa sentirsi libero di giudicare, di puntare il dito senza saper nulla. Ma il fatto che il tutto sia stato reso noto, in un modo, ripetiamo, vergognoso, rende tutti un pubblico fanatico. 

Le ripercussioni

Nessuno può immaginare cosa significhi adesso per quella donna uscir di casa, andare a fare la spesa, entrare in un negozio con la paura che qualcuno possa riconoscerla per esser quella che ha avuto diverse relazioni. La vicenda, trattandosi oltretutto di un vero e proprio reato, avrà di certo il suo iter legale, anche se non sarà facile identificare l’autore del gesto. Ma sappiamo benissimo che questo non basta. Tra tutti, ce lo insegna il tragico caso di Tiziana Cantone.

Le donne nel mirino 

Sempre le donne. Sono sempre loro ad esser prese di mira e a scontare la pena più ignobile: quella del giudizio, stigma che si porta cucito addosso con delle ripercussioni psicologiche terribili.