Dal resto della Sicilia

Marisa Leo, il racconto dell’amica: “Aveva paura, non era tranquilla a lasciare la bimba col padre”

“Marisa aveva paura, anche se non pensava certamente ad un epilogo del genere. Temeva più per la sua bambina, ogni volta che la lasciava col padre era in preda all’ansia”. Così racconta a LaPresse Roberta Urso, delegata per la Sicilia dell’Associazione Donne del Vino, nonché amica e collega di Marisa Leo, la 39enne brutalmente uccisa dall’ex compagno in Contrada Inchiapparo, nel Trapanese. Angelo Reina si è poi tolto la vita.

“Ieri pomeriggio alle 5 – prosegue il racconto  – eravamo in una call per programmare un evento proprio contro la violenza sulle donne. Poi lui l’ha chiamata. Non capisco perché sia uscita. Io l’ho conosciuta quando era incinta e già la relazione non c’era più: lei ha cresciuto la bambina da sola, ma non le ha voluto negare un padre. La bimba lo vedeva ma era evidente che Marisa non fosse tranquilla. Non perché lui fosse violento, anzi mi raccontava che era affettuoso con la piccola, ma non era comunque tranquilla. Come ha potuto farle questo? Non è degno di essere definito padre perché ha lasciato una bambina sola al mondo”.

Marisa Leo: “La mia essenza non è merce di scambio”

L’Associazione Donne del Vino ha condiviso su Instagram una foto di Marisa con la didascalia: “La mia essenza non è merce di scambio”. “È una sua frase”, spiega Roberta Urso. “Non voleva che altre donne si ritrovassero accanto a uomini sbagliati, per questo aveva inventato il format che noi Donne del Vino Sicilia portavamo avanti, ‘Calici di vita‘ contro la violenza sulle donne. Era una persona solare, sempre sorridente, estremamente intelligente. Lei guardava avanti. Era luce e lui l’ha spenta per sempre”.

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Redazione PL