Ex marittimi Tirrenia in rivolta: “Aspettiamo il TFR da oltre un anno”|VIDEO

Un centinaio di persone, tra Palermo e Napoli, attendono di ricevere il trattamento di fine rapporto ed altre somme da diciotto mesi

marittimi

Ci sarebbe proprio da dire che i marittimi della compagnia Tirrenia-Cin ultimamente non navigano in buone acque. Le ormai note vicissitudini del patron Vincenzo Onorato, al vaglio del Tribunale di Milano, tengono con il fiato sospeso centinaia di lavoratori. Tra questi anche coloro che hanno già lasciato la compagnia navale, ma si trovano comunque in difficoltà per via di spettanze economiche in sospeso da oltre un anno. Si tratta di marittimi che per anni hanno prestato servizio a bordo delle navi, ma anche di operatori del settore amministrativo.

Il TFR di più di 100 ex lavoratori del mare ostaggio di chi ? O di cosa? -La domanda che si pone Massimo Capraro, ex funzionario di tesoreria Tirrenia. – Vogliamo fare un appello – prosegue – che chiede ascolto e si rivolge in primis alla pubblica opinione e a chi potrà dare una concreta risposta alle dovute e dignitose aspettative di lavoratori che hanno speso la propria vita sul mare, al servizio della continuità territoriale delle comunità isolane Italiane. Ogni lavoratore italiano in quiescenza riscuote la propria liquidazione, ovvero il TFR. A noi questo è negato perché siamo un effetto collaterale di una privatizzazione approssimativa e vittime di fuoco incrociato di interessi milionari. Io, in prima persona, avanzo attualmente quindicimila euro di TFR e 1.500 euro di festività non godute.

“CHI CI AIUTA A RISCUOTERE I NOSTRI SOLDI?”

Da buon contabile è proprio Capraro a spiegarci nel dettaglio la situazione. “Nel 2015 Tirrenia viene acquistata da Vincenzo Onorato – ricorda l’ex dipendente – che si impegnò a pagare 180 milioni alla vecchia Tirrenia di proprietà del Tesoro e 300 Milioni in bond (debiti contratti alla borsa Lussemburghese). Pendenze che ancora non sono state regolarizzate. Gli anni dal 2015 al 2019 hanno visto vendite di navi, chiusure di sedi, gestione avventurose di incassi e giacenze finanziarie alimentate della convenzione annua statale di 72 Milioni di euro .

Il gruppo Onorato non presenta il bilancio da 3 anni – prosegue Capraro – e sono in corso indagini della procura di Milano. A giugno 2020 i libri aziendali, sia di Tirrenia Cin che di Moby (altra società di Onorato, ndr), sono finiti in tribunale. Il tutto per aprire un concordato fallimentare che doveva risolversi in 3 mesi, ma a tutto oggi non si vede soluzione.

Questo blocca la nostra liquidazione – conclude – che sia chiaro non è un debito o un credito aziendale, poiché i nostri soldini sono stati già trattenuti mensilmente sul cedolino paga e versati al fondo di tesoreria INPS, come la legge prescrive per le aziende per più di 15 dipendenti. Ora chi ci aiuta a riscuotere i nostri soldi? Abbiamo vissuto in questa azienda e di questa azienda per 40 anni, ma gli ultimi 5 anni targati Onorato hanno superato realtà e fantasia.”

LA PROTESTA DEI MARITTIMI PALERMITANI

Tra gli ex marittimi a cui spetta di avere liquidato il tfr, nonché anche altre tipologie di benefici economici non ancora goduti, ci sono anche diversi palermitani.

Dal primo luglio 2020 hanno bloccato Tfr, tredicesima, quattordicesima, riposi, spese viaggio. – Raccontano gli ex marittimi Tirrenia palermitani a Palermo Live – Il Tribunale prima ha dato scadenza al 20 dicembre, ora al 12 aprile, ma per sbloccare questi soldi cosa aspettiamo? Parliamo di circa diecimila euro a persona, marittimi e amministrativi, questi ultimi con cifre anche superiori. Siamo un centinaio persone che non hanno più niente a che fare con la società Tirrenia, vogliamo solamente conoscere i tempi per avere i soldi che ci spettano“.

CLICCA QUI PER IL VIDEO