Il problema dell’irreperibilità delle mascherine, vere e proprie protagoniste di questo periodo governato dal Coronavirus, torna di estrema attualità. Dopo l’accordo, le famose mascherine della Protezione civile arrivano a singhiozzo, con il contagocce, e tantissimi farmacisti non riescono ad usufruire dei dispositivi di protezione atti a proteggerli dal contagio del Covid-19. Ovviamente, i lavoratori della farmacie, senza sicurezza, diventano esposti al rischio portato dalla pandemia virale. Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e Federfarma Lazio e vicepresidente di Federfarma nazionale, si è soffermato su questo problema raccontando la sua verità.
Il disagio è grave e rischia di compromettere, ulteriormente, la salute dei farmacisti che lavorano in prima linea nella lotta al Coronavirus. Ecco le parole di Vittorio Contarina:
“È arrivato il momento di raccontare tutta la verità sulla storia delle mascherine. A due settimane dall’accordo le famose mascherine della Protezione Civile, se arrivano, arrivano col contagocce. Il motivo è semplice. Troppi controlli, troppe regole, margini troppo bassi per chi le produce e per chi le importa, che ovviamente preferisce, per guadagnare di più, ‘dirottarle’ verso altri Paesi come la Spagna, dove il prezzo finale delle mascherine è stato fissato a circa 1 euro. Il risultato: in questi Paesi hanno le mascherine, noi no. E in tutto questo qualcuno ha anche il coraggio di dare la colpa ai farmacisti italiani accusandoli addirittura di nasconderle per motivi economici. Sin dal primo momento della crisi il forte aumento di domanda di mascherine, oltre a causare una drammatica carenza su tutto il territorio nazionale, ha comportato un aumento vertiginoso dei prezzi alle farmacie, che si sono trovate a dover acquistare dai fornitori le mascherine a un costo 10 volte superiore a quello usuale”.
Aumento del prezzo delle mascherine: “Questo fatto ha comportato inevitabilmente un aumento del prezzo delle mascherine anche all’utente finale che, ignaro della speculazione a monte della filiera, se la prendeva con i farmacisti al banco, sempre che fosse così fortunato da trovare una farmacia che ne fosse provvista. Successivamente sono arrivati i necessari controlli da parte dei Nas e della Guardia di Finanza, a tappeto in tutta Italia, anche più volte a farmacia, al fine di controllare i prezzi e le modalità di dispensazione delle mascherine. Poi è arrivata la querelle dei certificati: veri, falsi, verosimili, non autentici, non accreditati. Ma chi fa entrare in Italia queste mascherine non dovrebbe avere il compito di controllare questo aspetto? Nel frattempo, i farmacisti si ammalavano e morivano, perché costretti a lavorare senza protezioni in situazioni drammatiche. Sì, perché le mascherine non le avevamo nemmeno per noi”.