No, non ci siamo proprio, almeno per quanto riguarda i dispositivi anti contagio messi a disposizione dal Governo alle scuole italiane. La denuncia, veemente in quanto in ballo c’è la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico è legittima. Se ne fa portavoce, in questo caso, il docente palermitano Salvo Altadonna che, senza troppi giri di parole chiama in causa Domenico Arcuri, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus. Lo stesso che, appena tredici giorni fa, ospite di “RiGenerazione”, l’evento organizzato dalla Fai-Cisl per approfondire il ruolo del sindacato nelle sfide del futuro, ebbe a dire: “Noi siamo l’unico Paese del mondo che manda tutti i giorni una mascherina gratis a tutti gli studenti, ricchi e poveri, senza distinzione. Ieri i nostri uffici hanno raccolto 149 lamentele di genitori che sostenevano che nelle scuole dei loro figli non c’erano le mascherine. Noi abbiamo dimostrato, esibendo 149 bolle di consegna, che in quelle scuole le mascherine erano arrivate”.
C’è MASCHERINA E MASCHERINA
Va bene ministro, verrebbe da dire, a patto che le suddette mascherine rispondano in maniera assolutamente impeccabile a tutti i criteri di protezione dal covid-19. Il docente palermitano, maneggiandone una, fa notare quanto poco più di un triplo strato di carta igienica, tra l’altro senza ferretto ad altezza attaccatura naso, davvero poco possa fare per evitare l’inalazione del microscopico batterio. Il messaggio, in buona sostanza, è che nulla può essere fatto alla carlona durante una pandemia in corso. Si attendono adesso risposte in merito, nell'”attesa che l’esito delle analisi sui saponi virucidi messi a disposizione delle scuole – rincara Altadonna – ne confermino l’assoluta efficacia”. Le parti si sono invertite, perchè adesso sembra proprio Il Miur ad essere sotto esame. Già, perchè l’organo preposto ad assicurare la tutela del mondo della scuola al tempo del covid-19, appena qualche giorno fa, ha subito gli strali degli insegnanti supplenti convocati al Vittorio Emanuele II di Palermo. In quel caso fu la segnalazione del medico Maria Concetta Miceli a sollevare il problema: decine e decine di persone, accalcate dalle 14 del pomeriggio alle 23 della sera con il rischio di contrarre il virus ancor prima di fare ingresso in aule gremite da studenti. No, decisamente non è così che deve andare.
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