Il ritorno di Massimiliano il barbiere:«I miei clienti più comprensivi dello Stato»

In antitesi con quanto afferma Nunzio Reina, già presidente Confartigianato di Palermo e titolare di una parrucchieria, Massimiliano Montesanto spiega le ragioni del leggero aumento del suo listino prezzi.

Ama talmente tanto il suo lavoro da decidere di tatuarselo sul braccio: un paio di forbici e una lametta, i due oggetti che, più di ogni altri gli permettono quotidianamente di mandare avanti con orgoglio e dignità la famiglia. Parliamo di Massimiliano Montesanto, barbiere palermitano la cui bottega, ubicata nel cuore del quartiere San Lorenzo, causa Lockdown ha visto chiusa la saracinesca per quasi tre mesi. A cuore aperto, intervistato da Palermo Live, l’ennesima partita iva soffocata, è il caso di dirlo, dal Covid-19, ci parla di come ha vissuto questo lasso di tempo lontano dalla sua attività e di quali sono le prospettive di rinascita. 

Quello del barbiere, si sa, è un lavoro fatto di contatti umani, di comunicazione. Chi si siede sulle poltrone per una barba, uno shampoo o un taglio di capelli lo fa sapendo di entrare in una dimensione di assoluto relax. Lo dice la stessa storia di questa professione. “E’ vero – esordisce Massimiliano a Palermo Live-, mi è mancato il piacere stesso di stare nel locale, i clienti, il modo giocoso di interloquire, perchè comunque, si sà, in parruccheria si creano dei rapporti interpersonali molto belli. Di contro, pur ammettendo le grandi difficoltà economiche cui sono andato incontro, credo sia giusto ricordare che prima di ogni cosa venga la salvaguardia della salute. Nessuno lo aveva messo in conto – afferma Massimiliano -, e per questo, se fosse stato necessario attendere ancora qualcosa prima di tornare alla normalità, personalmente lo avrei accettato facendomene una ragione . Perchè, teniamolo sempre a mente, c’è chi ha pagato con la vita la diffusione del covid.”

COME UNA GUERRA

 “Posso adesso capire sulla mia pelle cosa vuol dire vivere l’atmosfera di una guerra – sospira Massimiliano a Palermo Live –, quella che la mia generazione non ha vissuto se non attraverso i racconti dei nostri nonni”. Non saranno piovute bombe sulla testa, è vero, ma dal punto di vista socieconomico (oltre che umano, se si pensa a quanto alto sia il numero di morti causati dal coronavirus), lo stop imposto dall’emergenza sanitaria ha ricreato le stesse condizioni di disagio. E’ giunto il momento di stringere i denti, di fare quadrato, ricordando che non tutti hanno ricevuto adeguati aiuti da parte dello Stato. “Fortunato ad esempio chi ad aprile ha percepito le 600 euro – afferma Massimiliano –. Per determinate attività come la mia, il fatto di non avere bloccati mutui e affitti, oltre a quello di dovere tenere conto delle spese fisse come luce e acqua, che si sono via via accumulate, rende l’idea del disagio cui si va incontro al momento della riapertura.”

“Non ci saranno speculazione di sorta, manterremo i prezzi invariati”. Queste le parole di Nunzio Reina, già presidente di Confartigianato Palermo, in occasione della riapertura della suo salone di parrucchiere. 

“Mi dispiace ma dissento – dichiara Massimo a Palermo Live. Ci hanno imposto, e mi sembra anche giusto, delle spese che vanno dietro a igienizzanti, mantelline monouso, macchinette sterilizzanti a ioni che consumano tanta luce. Consideriamo poi che le stesse mantelline già in dotazione, che mi costano da 70 cent. a 2,50 euro ho dovuto cestinarle. Le spese non si sono raddoppiate bensì quadruplicate. Per questo motivo ho dovuto necessariamente attuare un piccolo rincaro. Senza esagerare, innanzitutto per venire incontro ai miei clienti, alcuni dei quali hanno addirittura perso il lavoro, ma al contempo tenendo ben presente il bisogno di rimettere in sesto la mia attività. Ecco perchè non me la sento proprio di assecondare le parole di Reina. Anzi, dirò di più, la risposta in tal senso l’hanno data tanti degli stessi miei avventori, disponibili a pagare qualcosa in più vedendo le spese che sto affrontando. Disinfettante sulle poltrone, proteggi collo nel lavabo, attrezzi rigorosamente monouso, oltre a macchinari sterilizzanti. Per non attuare aumenti avevo pensato persino a Kit monouso destinati ai clienti. Ma chiaramente sono spese che in qualche modo dovranno rientrare. Un aspetto positivo – prosegue Massimiliano – è semmai rappresentato dal fatto che il mio locale, per quadratura rispetta le regole del distanziamento, mentre, riguardo la prenotazione della clientela è una pratica che attuavo a prescindere dello scoppio della pandemia.

LA FORZA DELLA FAMIGLIA 

E’ mancato il conforto dello Stato, la sua vicinanza. “E’ un qualcosa che amareggia  – ammette Massimiliano – soprattutto quando svolgi con onestà e rettitudine il tuo lavoro. Un conforto che sarebbe stato importante, perchè in determinati frangenti c’è da fare i conti anche con la sofferenza psicologica. Vincolati entro quattro mura, ciò che fa più male è guardare negli occhi i propri bambini, gli stessi che però ti danno la forza di continuare. Perchè se da un lato ti manca il lavoro, dall’altro abbiamo potuto godere della riscoperta dei rapporti familiari. Chi come me esce alle otto del mattino per rientrare alle venti, ha potuto toccare con mano l’impagabile piacere di stare in famiglia e di giocare di più con mia figlia.” E a chi gli ricorda il boom di macchinette per capelli, acquistate dalla gente su Amazon in tempo di Lockdown, Massimiliano, divertito afferma. “Temerle? Impossibile. Il taglio di barba e capelli non si può certo semplificare nella mera rasatura o in una seppur riuscita sfoltita. Dietro la nostra attività c’è una storia che affonda le radici nel tempo; come già detto – conclude Massimiliano a Palermo Live -, recarsi presso la bottega di un barbiere, per la gente implica entrare in una dimensione di puro relax, oltre che spesso di vera e propria distrazione dai problemi quotidiani. E poi, come si suole dire, a ognuno il suo mestiere”. In Bocca al lupo Massimiliano, e mille di questi tagli. 

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