Masterchef, il dito di Pietro insospettisce i giudici. Messaggio in codice o casualità?

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La sesta puntata di Masterchef è un inno all’internazionalità: lo scambio di ingredienti tra le varie cucine del mondo gioca un ruolo fondamentale nella preparazione dei piatti. Tra “ingredienti migranti” e Invention Test sul pane del mondo islamico, alimento che unisce i popoli, l’aspirante chef palermitano Pietro si è fatto notare per alcuni siparietti.

LO SPIRITO INTERNAZIONALE DI MASTERCHEF

La sesta puntata di Masterchef, con il suo spirito internazionale, dimostra come la cucina sia il trait d’union tra le culture del mondo. Tanti i concorrenti internazionali di questa undicesima stagione del cooking show, che sono cittadini del mondo, come Mime, Bruno, Nicky, Tracy e Federico, e mescolano la loro cultura originaria con quella italiana.

È proprio questo il senso della Mystery Box di Masterchef che contiene dieci “ingredienti migranti”, come li ha definiti lo chef Locatelli: bisonte, oggi allevato anche in Umbria, arachidi originarie del Sudamerica, couve manteiga brasiliano, maxixe, appartenente alla famiglia dei cetrioli, luppolo, papaia, melanzane thai, fiori di banano, ipomea acquatica, detto anche spinacio d’acqua asiatico, maiale di razza mangalica.

I concorrenti devono elaborare un piatto che ne contenga almeno cinque. Carmine si aggiudica la prova con il piatto“otto su dieci” in cui ha usato, per l’appunto, otto prodotti: maiale grigliato in granella di arachidi e luppolo, con crema di melanzane thai, ipomea e insalata di papaia e maxixe e fiore di banano fritto.

L’INVENTION TEST

Chef Anissa Heleu è l’ospite speciale dell’Invention Test dedicato al pane, alimento che grazie ai “forni sempre accesi” sfama il mondo. Greca ortodossa di religione, è cresciuta tra il Libano e la Siria e vive tra Beirut, Londra e Trapani.

Grande esperta di panificazione, la Chef mostra ai cuochi amatoriali come preparare tre diverse versioni di pane del mondo islamico che i concorrenti dovranno poi replicare: il Non uzbeko, caratterizzato da un disegno impresso con un timbro, lo Yufka turco, sottile e croccante come la carta musica, così come lo amava il Profeta, e, infine, il Rgaïf marocchino, simile al paratha indiano.

Carmine, vincitore della Mistery Box, deve scegliere alcuni compagni a cui assegnare la ricetta più semplice e il palermitano Pietro ha messo un dito sul naso. I giudici, tra il serio e il faceto, lo hanno interpretato come un messaggio in codice tra i due, visto che subito dopo Carmine ha scelto lui.

IL PIATTO DEL PALERMITANO PIETRO

Durante l’Invention Test, i giudici continuano a tenere d’occhio Pietro, fino alla presentazione del suo piatto alla Chef Anissa Heleu. Pietro ha chiamato la sua ricetta “Da Birgi a Ben Gurion”. Un pane Non con patè di fegato, agnello e pasta di mandorle accompagnato da una salsa di pomodoro rosso e giallo e melanzana fritta. Il riferimento all’aeroporto del trapanese è palese e, non a caso, Annisa Helou abita proprio a Trapani. Helou ha dichiarato che Trapani assomiglia alla sua Beirut, motivo per cui l’ha scelta come città in cui vivere.

Anche qui, i commenti ironici dei giudici non si sono fatti attendere. Ma il piatto di Pietro ha conquistato l’approvazione della Chef.  “Mi piace molto l’idea che tu abbia fatto questi mini Non con il centro del timbro. Devo dire che non è male. Funziona e da vedere è molto carino” ha commentato Chef Heleu.