Indagato l’oncologo trapanese Filippo Zerilli nell’inchiesta relativa alla rete di favoreggiatori del boss Matteo Messina Denaro. A quanto si apprende, il medico avrebbe eseguito l’esame del Dna necessario alle cure chemioterapiche a cui il capomafia doveva sottoporsi per via della sua patologia.
Il paziente si era presentato al medico con i documenti di Andrea Bonafede, il geometra 59enne di Campobello di Mazara ora sotto inchiesta.
Lo studio del medico sarebbe stato perquisito dai carabinieri; bisognerà ora accertare se Zerilli fosse a conoscenza delle reali generalità del paziente. Non è l’unico medico finito nella lista dei possibili fiancheggiatori del boss: c’è anche Alfonso Tumbarello, il medico di base di Campobello di Mazara che aveva in cura sia il boss sia il vero Bonafede.