Matteo Messina Denaro, saltano fuori ben 15 identità: perquisizioni a Villa Sofia e al Civico di Palermo
Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza Matteo Messina Denaro avrebbe utilizzato. La Procura di Palermo ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben 15 pazienti, ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia.
Nei due ospedali sono scattate le perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta sulle coperture di cui ha goduto durante la latitanza il boss di Castelvetrano. L’attività investigativa è coordinata dalla Dda di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. Al centro delle indagini la rete di connivenze che avrebbe aiutato il capomafia anche in ambienti sanitari.
Matteo Messina Denaro, indagato oculista palermitano
Un medico oculista è stato indagato per favoreggiamento personale aggravato. Come si apprende da ambienti giudiziari, dopo l’arresto del boss mafioso, il 16 gennaio 2023, vennero trovati nel suo covo a Campobello di Mazara due ricette mediche firmate dal medico, primario prima a Villa Sofia, ora al Civico.
Gli inquirenti stanno cercando di capire se il medico, già interrogato, fosse a conoscenza della vera identità del paziente visitato e se questi sia stato operato agli occhi in uno dei due ospedali. Messina Denaro era affetto da una grave forma di strabismo per cui si sarebbe fatto visitare in passato anche in Spagna. Oltre ai due ospedali sono in corso perquisizioni anche nello studio privato del medico.