La latitanza non avrebbe impedito a Matteo Messina Denaro di creare un profilo social. Sarebbe quello di Francesco Averna, “medico chirurgo, laureato all’Università Bocconi di Milano, single”, con tanto di tenero cagnolino come foto profilo. Il padrino di Castelvetrano sarebbe stato attivo sia su Facebook che su Instagram: mentre sulla prima piattaforma aveva solo cinque amici, sulla seconda seguiva 447 profili e ne aveva 63 a sua volta.
Si tratta di un canale che potrebbe fornire preziose informazioni agli inquirenti: pare infatti che Messina Denaro utilizzasse i social per comunicare in privato. Tra l’altro, il boss si era presentato con l’identità di Averna anche al tecnico della lavastoviglie che era intervenuto in casa sua a Campobello. L’operaio ha riferito infatti che Andrea Bonafede lo avrebbe contattato per chiedergli “un intervento a casa del cugino”.
Gli inquirenti ritengono che il nome e il cognome adoperati sui social fossero del tutto inventati e non parte di un’identità ottenuta da un prestanome. Cosa diversa invece per il nome di Andrea Bonafede: l’uomo è stato già condannato a 6 anni e 8 mesi di reclusione per aver “prestato” al boss la propria identità e per favoreggiamento.
Non è la prima volta che le indagini su Matteo Messina Denaro toccano i social. Nel 2013 si sospettava che il latitante potesse comunicare tramite Facebook con la sorella Anna Patrizia. La donna aveva scelto il nome di un’imperatrice romana per il suo account, Lucilla.