Matteo Messina Denaro è in coma irreversibile all’ospedale de L’Aquila. Al boss 62enne, affetto da un tumore al colon, è stata sospesa l’alimentazione parenterale per endovena, come espressamente chiesto nel testamento biologico. Il padrino di Castelvetrano, a quanto si apprende, aveva lasciato scritte da tempo le sue ultime volontà in un pizzino firmato e trovato dopo l’arresto. Tra le sue richieste, il rifiuto di “ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”.
Nel pizzino trovato dai carabinieri del Ros nel covo di Campobello di Mazara, Messina Denaro aveva scritto: “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime non saranno questi a rifiutare le mie esequie”. Un messaggio risalente al maggio di dieci anni fa quando la Chiesa proclamò beato don Pino Puglisi. Contestualmente era stata ribadita la scomunica ai mafiosi e la negazione dei funerali.
“Il rapporto con Dio è personale, non vuole intermediari e soprattutto non vuole alcun esecutore terreno – aveva scritto il latitante – . Gli anatemi sono espressioni umane non certo di chi è solo spirito e perdono”. E ancora: “Sono io in piena coscienza e scienza che rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia, il mio perdono, la mia spiritualità. Chi come oggi osa cacciare e ritenere indegna la mia persona non sa che non avrà mai la possibilità di farlo perché io non lo consento, non ne darò la possibilità”.