In Italia, per i medici e i sanitari non ancora vaccinati che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie pubbliche e private, tre mesi fa è stato emesso il provvedimento per la vaccinazione obbligatoria. Nella categoria però c’è una certa resistenza, e si apprende che i destinatari del provvedimento metterebbero in atto stratagemmi per aggirare l’obbligo imposto dal decreto del governo. O quanto meno ritardarlo.
Uno degli espedienti utilizzati consiste nel prenotare il vaccino e poi non presentarsi all’appuntamento. Sarebbe stato usato il Lombardia. Con questo “trucchetto” della prenotazione non rispettata, fino a poco tempo fa si evitava infatti di ricevere la lettera di richiamo, che sono l’anticamera delle sanzioni previste dalla legge. La più grave è il demansionamento e la sospensione dall’ordine professionale, ma si arriva fino al mancato accreditamento dello stipendio. La “trovata” però sarebbe stato scoperta. A quanto pare alcuni di coloro che lo hanno utilizzato lo avrebbero ripetuto anche fino a tre volte, attirando l’attenzione di chi controlla le procedure.
Non ci sono però solo gli appuntamenti presi e poi annullati tra i “trucchi” che medici e operatori sanitari che non vogliono vaccinarsi adottano. Ci sono quelli che, più banalmente, non ritirano le lettere di richiamo che arrivano tramite raccomandata. Allungando così i tempi. Inoltre, tra gli altri, filtra anche il caso dei medici che dichiarano di essersi «autovaccinati», come si legge nel Corriere della Sera. L’ipotesi è che si tratti soprattutto di medici di medicina generale che potenzialmente hanno accesso alle dosi fornite loro per le vaccinazioni agli assistiti. C’è il sospetto che si tratti di una scusa, per altro non facilmente verificabile. Inoltre se si dimostrasse che un medico si è auto vaccinato si potrebbe dedurre, ad esempio, che abbia «sottratto» una dose ai suoi assistiti. Di formale non c’è nulla ancora perché sull’intera vicenda pesa, in una qualche misura, anche la questione della privacy.
Gli elenchi dei medici e degli operatori sanitari che non si sono ancora vaccinati rimangono comunque in continua evoluzione, visto che sono previsti diversi passaggi per essere sicuri che si tratti di una non vaccinazione volontaria. E non invece dettata di un impedimento dettato da motivi di salute, tra cui figura, ad esempio, l’aver contratto la malattia in precedenza. Condizione per la quale è previsto un periodo di attesa prima di poter procedere alla vaccinazione.