Il giorno di Pasqua, il 12 aprile, destò molto scalpore il comportamento di un condominio dello Sperone, un rione di Palermo. Approfittando della bella giornata di sole alcune famiglie si dettero appuntamento sui tetti di alcuni palazzi limitrofi, ed organizzarono grigliate e balli di gruppo. Il fatto venne stigmatizzato sia in sede locale che nazionale.
I video che gli stessi partecipanti avevano ingenuamente fatto passare attraverso i social comparvero nelle Tv nazionali, e si levarono molte voci indignate verso chi non aveva rispettato i decreti del Governo vigenti in quel periodo. Non si poteva uscire di casa, e per tutta risposta gli indisciplinati condomini avevano invece trasgredito. Scene poco edificanti, si disse, che gettavano ombre sull’efficienza dei controlli previsti.
Vediamo adesso cosa è successo a Milano. Già dal 4 maggio la zona più famosa della movida meneghina aveva cominciato a ripopolarsi. Ben poca cosa comunque, rispetto alle immagini dei Navigli di giovedì pomeriggio, presi d’assalto da una folla di milanesi. A parte qualche mascherina che si può intravedere qua e là, sembrano foto scattate nella scorsa primavera, quando non esisteva nessun distanziamento sociale. Un happy hour in piena regola: tanti capannelli, ragazzi seduti ben più vicini del fatidico metro “di sicurezza”. Qualcuno che la mascherina si è ricordato d’indossarla, l’ha abbassata sul mento o sul collo.
Non ci pare che ci siano state per questo indignazioni nazionali. Solo il sindaco Sala si è fatto sentire, ed ha minacciato di chiudere i Navigli e di rìtornare alla fase uno. Eppure, la Lombardia è una regione ancora in bilico: da sola, registra la metà dei nuovi contagi accertati ogni giorno in Italia. In proposito l’infettivilogo Galli ha detto: «La situazione di Milano è un po’ una bomba, appunto perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione. È evidente che sono necessari maggiori controlli». Ma non pare ce ne siano molti.
Ora, se mettiamo a confronto le grigliate ed i balli di gruppo sui tetti dello Sperone a quanto avvenuto ai Navigli di Milano, ci si accorge che si tratta di situazioni ben differenti. A Palermo si è trattato di raggruppamenti familiari che non potevano arrecare danni alla collettivirà. Molto meno gravi degli assembramenti di persone di Milano, che si sono intrattenute lungo il canale a bere birre e cocktail senza badare molto alla distanza sociale. Arrecando con questo anche un notevole danno all’economia nazionale, che è come ingessata in attesa che dal Nord arrivino segnali incoraggianti di miglioramneto. Che in verità, purtroppo, tardano a manifestarsi.