Meno prodotto, stesso prezzo : cos’è il fenomeno shrinkflation
Secondo l’analisi di Altroconsumo, tra i casi più segnalati sono le confezioni di Philadelphia light, di Kinder Brioss, di Krumiri Bistefani e di detersivo per i piatti Nielsen
Shrinkflation è un neologismo anglosassone che nasce dall’unione di due parole : il verbo “to shrink”, letteralmente “restringere” e il termine inflation, ovvero “inflazione”.
Si tratta di un fenomeno, esistente già da qualche anno, caratterizzato dalla riduzione della quantità di prodotto all’interno delle confezioni, a fronte di un prezzo sostanzialmente invariato.
Un classico esempio di shrinkflation nel carrello della spesa è quello del sacchetto delle patatine: chi va al supermercato si imbatterà nello stesso costo di sempre, ma all’interno troverà cinque o dieci chips in meno.
Una differenza quasi impercettibile che tuttavia assume proporzioni ragguardevoli moltiplicandosi di prodotto in prodotto.
Ad analizzare compiutamente l’escamotage adottato da alcuni produttori per far fronte alla crisi è Altroconsumo, l’organizzazione per la tutela e la difesa dei consumatori più diffusa in Italia, con i suoi 318 mila soci su tutto il territorio nazionale.
SHRINKFLATION, UN FENOMENO GLOBALE
A ridurre le quantità mantenendo inalterati i costi non sono soltanto i produttori italiani.
Anche negli Stati Uniti le confezioni di pasta sono rimaste le stesse, al pari dei prezzi, ma il peso netto all’interno è diminuito.
La pasta, negli USA, è prodotta con il grano tenero, materia prima di cui l’Ucraina è tra i principali produttori al mondo e che oggi, invece, scarseggia sui mercati internazionali.
Appare chiaro come le conseguenze del conflitto in Ucraina stiano coinvolgendo i consumatori ma anche gli operatori del settore energetico.
Gli esiti più evidenti sono le pratiche commerciali scorrette e le violazioni della regolazione di settore.
Altroconsumo richiama anche l’attenzione su un altro fenomeno: l’aumento del prezzo delle confezioni a fronte della riduzione del contenuto.
Si tratta, ad oggi, di casi contenuti ai quali, tuttavia, il consumatore è chiamato a prestare il massimo dell’attenzione.
ALTROCONSUMO FA LUCE SUL FENOMENO
Il contributo dei consumatori per fare chiarezza e individuare i prodotti oggetto di shrinkflation si è rivelato fondamentale.
Grazie alla collaborazione della community degli ACmakers, il progetto che permette di partecipare in prima persona ai test e ai sondaggi di Altroconsumo, l’associazione ha raccolto diversi casi e messo in guardia la collettività.
In cima alla lista delle segnalazioni della community, figurano il detersivo per piatti Nielsen e le confezioni di Philadelphia light.
Il primo, è passato da 1 litro a 900 millilitri, la seconda da 200 a 190 grammi.
Gli Acmakers indicano anche i Kinder Brioss, da 280 a 270 grammi, e i Krumiri Bistefani, 300 a 290 grammi.
E poi ci sono anche i fazzoletti usa e getta, il cui contenuto in ogni singolo pacchetto è passato in molti casi da 10 a 9.
Ma, come spiega Altroconsumo, non tutte le riduzioni dei formati sono uguali e alcune non vanno affatto stigmatizzate.
È il caso del tonno in scatola la cui diminuzione di peso ha spesso interessato il solo contenuto di olio, mantenendo lo stesso quantitativo di pesce sgocciolato.
L’ AZIONE DELL’ANTITRUST
Il fenomeno della shrinkflation è piuttosto complesso e incrocia altri scenari tra i quali il caro vita, i conflitti bellici e l’aumento dei costi delle utenze.
Proprio in considerazione delle diverse declinazioni e del riverbero tangibile nella vita dei consumatori, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria per verificare che le strategie adottate dai produttori non possano costituire una pratica commerciale scorretta.
Occorrerà stabilire se vi sia una violazione del Codice del Consumo e, in tal senso, toccherà all’Antitrust accertare la trasparenza delle modifiche che, laddove non corredate da un’etichetta esplicativa, saranno oggetto di un approfondimento. In attesa di capire quali saranno le decisioni dell’Autorità, Altroconsumo continuerà a vigilare sui nuovi possibili casi di shrinkflation tra i carrelli della spesa.