Palermo, chiude il mercato ittico della Cala: le reazioni

La struttura sarà chiusa per sei mesi in virtù di lavori di adeguamento: scoppia la rabbia.

Il mercato ittico della Cala chiude i battenti per sei mesi dopo che il Comune di Palermo ha varato il piano per migliorare la struttura con “lavori di adeguamento“. Da Palazzo delle Aquile sono stati inviati gli avvisi di sgombero ai sette concessionari che dal 16 giugno prossimo dovranno lasciare il mercato ittico. I lavori di miglioramento del luogo avrebbero dovuto iniziare la scorsa primavera ma il crollo di una pensilina ha costretto la giunta comunale a fare ulteriori verifiche. Tante le polemiche dopo la decisione.

LE REAZIONI

Puntuali sono arrivate le prime reazioni in merito alla chiusura temporanea del mercato ittico di Palermo. Ecco il pensiero di Fabrizio Ferrandelli di +Europa:

“Questa vicenda evidenzia l’incapacità di programmazione e pianificazione dell’amministrazione e condannano un polo produttivo già penalizzato dalla cattiva gestione di questi mesi. I lavori si potevano fare durante il periodo di chiusura forzata per il virus e comunque non sono incompatibili con la continuazione delle attività al mercato. In questo modo, oltre a penalizzare diverse famiglie, si favorisce il mercato parallelo e incontrollato che comporta rischi sulla salute dei cittadini”.

Anche Edy Bandiera, assessore regionale per la pesca mediterranea, è intervenuto sulla vicenda:

“Non si può non offrire, immediatamente, agli operatori del settore della pesca, un’alternativa valida in grado di scongiurare l’interruzione delle loro attività. È indispensabile e soprattutto bisognava pensarci per tempo. Questa chiusura, rischia, infatti, di mettere sul lastrico gli esercenti del mercato ittico e i tanti pescatori che li riforniscono quotidianamente di pescato. Dopo aver affrontato con grandi sacrifici gli effetti del virus, oggi, operatori del mercato e indotto, corrono un rischio ancor più grave per via di una chiusura disposta per avviare dei lavori di manutenzione straordinaria, senza fornire una alternativa immediata. Di fronte al grido di allarme degli operatori del settore, non posso non invitare l’amministrazione comunale di Palermo a rivedere questa decisione e a predisporre prima un’alternativa valida per scongiurare questa chiusura, che in un momento così drammatico, per l’economia dell’intero paese, appare certamente intempestiva e insensata”.

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