Messina, la Chiesa di Santa Maria della Valle sarà restaurata

La "Badiazza" di Messina

La monumentale Chiesa di Santa Maria della Valle a Messina, costruita nel secolo XI e denominata comunemente “Badiazza”, si appresta a rifarsi il look. Si sono infatti concluse le procedure di aggiudicazione relative alla prima esperienza assoluta, in Sicilia, di affidamento della progettazione attraverso il concorso in due fasi.

IL RECUPERO DELLA STRUTTURA

I lavori prevedono il restauro, il consolidamento, la rifunzionalizzazione e la sistemazione esterna dell’edificio di culto. La Chiesa sorge in prossimità dei colli San Rizzo, lungo la strada che collega la città dello Stretto a Palermo, in una valle circondata da un bosco.

La “Badiazza”, edificio misterioso e affascinante

Ad aggiudicarsi l’intervento messo a gara, che prevede la redazione di un progetto definitivo, è stato il raggruppamento temporaneo di professionisti Advanced Engineering S.r.l. che, a partire dalla sottoscrizione del contratto, avrà tempo sessanta giorni per presentare la proposta. La realizzazione delle opere si concretizzerà con fondi derivanti dalle risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020 – Patto per la Sicilia – per un importo complessivo di 2.400.000,00 euro.

LE ORIGINI DELL’EDIFICIO MEDIEVALE

La Chiesa di Santa Maria della Valle è un edificio sconosciuto, misterioso, affascinante e nascosto, che reca inequivocabilmente i tratti dell’influenza di caratteri architettonici locali. Esistono pareri discordanti sulla data di costruzione: secondo alcune fonti, l’edificazione risalirebbe al secolo XI. Secondo altre, invece, alla fine del XII e all’inizio del XIII. Ciò che resta, è probabilmente una parte del complesso monumentale originario: la Chiesa era un tempo annessa ad un monastero benedettino retto da suore di clausura, realizzato su preesistenti costruzioni romane.

Secondo alcune ricostruzioni, l’edificio sarebbe stato interessato da lavori di restauro riconducibili all’architettura del periodo svevo e di quello aragonese. Incendi, saccheggi, intemperie e terremoti si sono susseguiti fino al totale abbandono, avvenuto alla fine del 1500, quando le suore di clausura che vi abitavano si trasferirono definitivamente in un omonimo monastero costruito dentro le cinta murarie cittadine, a seguito delle restrizioni imposte dal Concilio di Trento. Altre fonti riferiscono che il monastero sia stato abitato fino al 1347, anno in cui la pestilenza costrinse le monache ad abbandonare l’edificio.

TRADIZIONI E LEGGENDE POPOLARI

L’ intitolazione dell’edificio nel corso del medioevo a Santa Maria della Scala è legata ad un racconto che vede protagonista un’immagine sacra trafugata in Oriente, che raffigurava la Madonna con accanto una scala. Si narra che il quadro, a bordo di una nave proveniente dalla Siria, una volta giunto nel porto di Messina, abbia impedito alla nave stessa di ripartire. I marinai, immaginando che dietro a quella difficoltà ci fosse una volontà divina, si disfecero dell’ icona svelandone, in questo modo, il furto. Una volta a terra, secondo la leggenda, un carro trainato da una coppia di giovenche condusse l’icona della Madonna, senza guida alcuna, alla Chiesa di Santa Maria della Valle. Da quel momento mutò il suo nome in Santa Maria della Scala.

LE CARATTERISTICHE ARCHITETTONICHE

Il Santuario, ben distinto dallo spazio delle navate, richiama le cattedrali di Palermo e Monreale, mentre la copertura a cupola, appoggiata su quattro grandi archi ogivali, è di chiara derivazione normanna. Le crociere costolonate a sezione rettangolare, invece, sono elementi architettonici riconducibili all’età sveva. Gli studiosi evidenziano la somiglianza con la Chiesa di Santo Spirito del Vespro del cimitero di Sant’Orsola a Palermo, edificata tra il 1173 e il 1178 e influenzata dalla tradizione arabo-normanna. I rimaneggiamenti effettuati nel tempo, tuttavia, non hanno modificato la monumentalità dell’impianto che, rafforzato nella parte superiore dalle merlature, appare più come un fortino o un castello che un luogo di culto.

Questa è la peculiarità che, più di ogni altra, contribuisce a rendere unica la costruzione. Dall’esterno, infatti, sembra di imbattersi in un elegante palazzo medievale fortificato.