Nuove rivelazioni sull’interrogatorio del boss Matteo Messina Denaro avvenuto qualche giorno dopo l’arresto a Palermo dello scorso 16 gennaio. “Tutte le telecamere di Campobello e Castelvetrano so dove le mettevate, primo perché ho l’aggeggio che le cercava, che non l’avete trovato. E poi perché le riconosco”. Inoltre ha confermato che era anche avvisato: “Venivo avvertito della presenza di telecamere da amici miei, che non vi dico“.
Poi sul selfie con il medico della clinica La Maddalena finito al centro delle polemiche social, alla domanda del magistrato se il dottore sapeva che mestiere faceva Messina Denaro ha risposto: “Sì, l’imprenditore agricolo, olio di olive”.
Intanto il capomafia si trova in rianimazione all’ospedale dell’Aquila dopo aver subito un intervento chirurgico per il tumore al colon. Si è risvegliato “vigile e attivo” ha sottolineato il garante dei detenuti, Gianmarco Cifaldi.
“In carcere non può più stare”, aveva dichiarato l’avvocato di Messina Denaro, Alessandro Cerella. “Nonostante il nome che porta come a qualsiasi altro detenuto devono essere garantiti i diritti costituzionali e il giudice di sorveglianza, leggendo le carte, dovrebbe capirlo.
Il mio giudizio nei confronti dell’amministrazione penitenziaria e del sistema giustizia in generale è fortemente critico. Nei confronti di Messina Denaro c’è un accanimento: con un tumore al quarto stadio non può stare in una cella senza un infermiere a bere succhi di frutta, invece di avere delle flebo. Dovrebbe essere controllato h24. Ha difficoltà persino a stare in piedi, ha bisogno di tutte le cure che spettano a un malato”.
Subito dopo l’intervento il legale ha annunciato: “Analizzati i fatti e la documentazione, ci riserviamo di decidere la strategia più opportuna per presentare una istanza di scarcerazione“.
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