Sarebbe stato un appunto sulle condizioni di salute di Matteo Messina Denaro, scritto dalla sorella Rosalia, a condurre all’arresto del capomafia latitante lo scorso 16 gennaio. I carabinieri del Ros hanno rinvenuto il messaggio il 6 dicembre scorso, mentre piazzavano delle cimici nell’abitazione della donna.
I militari stavano cercando il posto giusto per nasconderle quando hanno scoperto l’appunto all’interno di una gamba cava di una sedia. Lo hanno fotografato e poi rimesso al suo posto per non destare sospetti. Dalla foto hanno tuttavia appurato che si trattava di un vero e proprio diario clinico di un malato di cancro. Quelle informazioni dettagliate sulla patologia e sull’operazione subita dal malato (di cui non si fa nome del biglietto) sono stati elementi utilissimi per gli inquirenti che, attraverso accertamenti effettuati prima al Ministero della Salute e poi su banche dati sanitarie nazionali, sono arrivati a identificare un maschio di età compatibile con quella del latitante. Si è giunti così ad Andrea Bonafede, la falsa identità con cui Messina Denaro aveva avuto accesso a visite e cure.
Nelle scorse ore i carabinieri del Ros hanno arrestato, con l’accusa di associazione mafiosa, la sorella del boss Matteo Messina Denaro, Rosalia. A coordinare l’inchiesta la Procura di Palermo. Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura; avrebbe gestito per suo conto la “cassa” della “famiglia” e la rete di trasmissione dei pizzini. In questo modo, avrebbe permesso al capomafia latitante di mantenere i rapporti con i suoi uomini.
L’operazione che ha portato all’arresto di Rosalia Messina Denaro è stata condotta dal Ros, dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani e dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sicilia. La misura cautelare è stata disposta dal gip Alfredo Montalto. Sono attualmente in corso decine di perquisizioni nel Trapanese.