Messina Denaro ha paura: vuole «cure speciali che ci sono solo in Israele»

Il boss è solo, non è andato a trovarlo neppure il suo avvocato difensore, la nipote Lorenza Guttadauro, che si è limitata a fargli una telefonata

Bonafede

Nei suoi primi dieci giorni di detenzione a L’Aquila, Matteo Messina Denaro oltre ai medici e agli agenti non ha visto né parlato con  nessun altro. Non è andato a trovarlo neppure il suo avvocato difensore, la nipote Lorenza Guttadauro, che si è limitata a fargli una telefonata. Anche perché la sua nomina ha suscitato polemiche, in quanto c’è chi ci ha visto un modo per aggirare le regole del carcere duro, che non prevedono contatti con altri parenti se non una volta al mese, e in videoconferenza. Quindi nemmeno gli altri familiari sono andati a vedere come sta. In compenso gli hanno scritto un lungo telegramma che in questi giorni ha riletto più volte. Il boss in carcere è solo.

Messina Denaro vuole cure farmaceutiche «che ci sono solo in Israele»

In compenso Messina denaro  ha incontrato più volte i medici che si stanno prendendo cura di lui in carcere. Con loro ha parlato della sua malattia, di cui è molto preoccupato, e della terapia a cui viene sottoposto. Conosce le caratteristiche di tutti i farmaci che gli vengono somministrati e gli effetti collaterali che possono avere su di lui. I suoi modi sono felpati, il tono di voce moderato e garbato. Ha anche fatto richiesta di «cure farmaceutiche che ci sono solo in Israele», che potrebbero fare al suo caso. Probabilmente ha saputo della loro esistenza attraverso internet. Non si sa. Ma da questo appare evidente la sua paura di morire, e questo potrebbe averlo portato ad un abbassamento di quelle precauzioni usate in trent’anni di latitanza, e quindi favorire, magari inconsciamente, le condizioni che ne hanno consentito la sua cattura.