Messina Denaro, il mistero del raid e dello strano furto nella villetta di Strasatti

Non fu solo un furto. La villetta fu completamente messa a soqquadro, con le porte scardinate e il pavimento divelto

Nella notte tra il 5 e 6 gennaio 2017, la villetta di contrada Strasatti-Paratore, tra Castelvetrano e Campobello di Mazara, fu completamente messa a soqquadro. Furono rubati quadri ed una cristalliera dove erano contenuti oggetti di valore. La proprietaria, Rosalia Messina Denaro, nella tarda mattinata dell’Epifania scoprì cosa era accaduto ed avvertì i carabinieri.

Gli investigatori che hanno indagato sulla trentennale latitanza di Matteo Messina Denaro presumono che la villetta fosse una «stazione di posta» che il boss usava per fare arrivare alla sorella Rosalia i pizzini con le sue richieste, le sue raccomandazioni, i suoi pensieri più intimi e i suoi comandi. La casa, una costruzione con un piano rialzato, è inglobata all’interno di una florida azienda agricola.

Quando è successo il fatto in pochi pensarono che il raid fosse opera di qualche banda. Si parlò allora di un «pesante» messaggio contro lo stesso Messina Denaro. Tuttavia, le nuove attuali risultanze investigative non fanno escludere che quel raid possa essere stato invece ordinato dallo stesso capomafia, simulando poi il furto, forse alla ricerca di una microspia o di telecamere. Gli inquirenti sono infatti convinti che Messina Denaro nella sua latitanza abbia potuto contare sull’aiuto di una talpa, quasi certamente in divisa.

Raid nella villetta di Strasatti, porte scardinate e pavimento distrutto

I carabinieri quando arrivarono sul posto,  trovarono una montagna di masserizie ammassate nella stanza principale della villetta. Forse l’intenzione era quella di appiccare un rogo, ma qualcosa doveva avere indotto gli ignoti ad allontanarsi. Avevano comunque portato via molti quadri e una cristalliera dov’erano contenuti oggetti di valore.

L’esito del sopralluogo condotto dai carabinieri della Compagnia di Castelvetrano fece pensare che non si fosse trattato solo di un furto. Basti considerare che molte porte interne erano state rimosse, scardinati anche i telai in legno, distrutto il pavimento in cotto, piastrelle divelte. Inoltre furono trovati completamente rimossi gli impianti elettrici, interni ed esterni, e danneggiata anche la centralina elettrica per il funzionamento degli impianti agricoli: addirittura furono portati via i cavi dell’alimentazione. Sul tracciato sterrato da e per l’azienda agricola dei Guttadauro/Messina Denaro erano rimaste le impronte lasciate dalle ruote tipiche di un mezzo pesante o forse un fuoristrada.

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