Messina Denaro in coma? La famiglia Di Matteo: “Gli auguriamo di vivere un altro po’ e soffrire ancora di più”

Matteo Messina Denaro è stato sottoposto a un intervento chirurgico, ma le conseguenze del tumore al colon in stadio avanzato stanno aggravando la sua salute. Nei giorni scorsi il boss sarebbe andato in coma per la reazione a farmaci somministratigli per la terapia del dolore. Si è ripreso dopo che sono state rimodulate dosi e medicine. Ora alterna momenti di lucidità e persino di buonumore a stati di prolungata debolezza. Le condizioni rimangono stazionarie ma gravi, ed è sottoposto alla terapia del dolore e alla nutrizione parenterale per il sostegno fisico. È sotto monitoraggio costante da parte di medici e infermieri e considerando le sue condizioni potrebbe non tornare più in carcere e rimanere all’ospedale san Salvatore de L’Aquila per proseguire la terapia dopo il peggioramento delle sue condizioni degli ultimi giorni. Notizie queste che trapelano da fonti sanitarie istituzionali, citate dall’Ansa.

L’amaro sfogo del fratello del piccolo Giuseppe

Le misure di sicurezza in ospedale rimangono molto alte, e Messina Denaro in ospedale è piantonato da decine di agenti. Fuori c’è chi non può dimenticare le azioni dell’ex latitante. Tra questi, la famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito a 12 anni nel 1993 e poi ucciso e sciolto nell’acido nel 1996 perché figlio del pentito Santino Di Matteo. Per gli inquirenti l’ordine fu dato proprio da Messina Denaro, anche se il boss di Castelvetrano ha sempre negato.

Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe, si è sfogato con amarezza: “Dicono che le sue condizioni stanno precipitando sempre di più? È in Coma? Vedremo. Aspettiamo di capirlo nei prossimi giorni. Sicuramente da parte della mia famiglia c’è ancora molta rabbia. Noi cosa gli auguriamo? Che possa vivere un altro po’ e soffrire ancora di più e riflettere, ma tanto lui non riflette, sappiamo che queste persone non riflettono. Lo dico perché per noi il dolore non si è mai placato, per lui il dolore finisce con la morte ma per noi resta e resterà un dolore a vita”.

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Redazione PL