Ha avuto inizio nel pomeriggio di ieri, 24 gennaio, il processo al medico di Campobello di Mazara Alfonso Tumbarello, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa e falso in atti pubblici. Il medico ha redatto numerosi certificati al boss latitante Matteo Messina Denaro sotto la falsa identità di “Andrea Bonafede” e l’accusa ritiene che fosse a conoscenza della vera identità del suo assistito.
L’udienza davanti al Tribunale di Marsala, presieduto da Vito Marcello Saladino, si è aperta con la richiesta di costituzione di parte civile da parte dell’Ordine dei medici della provincia di Trapani, alcune associazioni antimafia, i comuni di Campobello di Mazara e di Castelvetrano. A rappresentare l’accusa è il pm della Dda Gianluca De Leo, mentre a difendere Tumbarello sono gli avvocati Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo.
Per la prima volta l’Ordine dei medici di Trapani si costituisce contro un proprio iscritto. La difesa, come già fatto – senza successo – nell’udienza preliminare, si è opposta a quasi tutte le richieste di costituzione di parte civile, tranne che a quella del comune di Campobello di Mazara. Sull’eccezione difensiva il Tribunale di Marsala deciderà il 12 febbraio.
Alfonso Tumbarello, presente in aula, è stato arrestato lo scorso 7 febbraio con l’accusa di avere avuto un ruolo determinante nella latitanza del boss Matteo Messina Denaro.
“Le cure assicurate personalmente da Tumbarello – ha scritto il gup Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare – hanno garantito a Messina Denaro non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l’associazione mafiosa”.
Tumbarello si sarebbe occupato delle prescrizioni per la cura del cancro di Messina Denaro, intestate però al prestanome Andrea Bonafede, il geometra nato nel 1963 e omonimo di un cugino nato nel 1968, anche lui arrestato. Secondo l’accusa, il medico avrebbe visitato personalmente Matteo Messina Denaro e sarebbe stato consapevole della sua identità.