Messina Denaro, in una lettera le parole verso la figlia Lorenza Alagna: “Non significa più niente per me”

Il boss paragonava nello scritto il rapporto, praticamente inesistente con la figlia naturale, a quello con Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede

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I carabinieri stanno esaminando il cumulo di lettere e pizzini venuto fuori dai covi di Matteo Messina Denaro. Tra questi, c’è anche un testo nel quale il boss fa riferimento al rapporto con la figlia naturale Lorenza Alagna. Si tratta di una lettera indirizzata alla sorella Giovanna, nella quale il capomafia parla di Martina Gentile, la figlia della maestra Laura Bonafede arrestata per favoreggiamento. La giovane invece è attualmente indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena.

Messina Denaro e i rapporti con la figlia: “Sciacqualattuga “

“Io ho cresciuto una figlia che non è mia figlia biologica, ma per me è mia figlia, e mi ha dato l’amore di una figlia, mi ha voluto bene e mi vuole bene, ha molto di me perché l’ho insegnata io, se vedessi il suo comportamento ti sembrerei io al femminile. Che voglio dire? Che non sono stato solo e che sciacqualattuga non significa più niente per me”. Così scriveva il boss quasi paragonando il rapporto con le due giovani e usando per la figlia naturale il poco lusinghiero nome di “sciacqualattuga”.  

“È solo Lorenza che è degenerata nell’intimo”

Del resto, questo non è il primo scritto nel quale Messina Denaro usa parola dure verso la figlia naturale, con la quale non ci sarebbero mai stati buoni rapporti. In un pizzino ritrovato in casa della sorella Rosalia, ad esempio, il capomafia raccontava di aver letto il necrologio che la nipote del mafioso Leonardo Bonafede aveva dedicato al nonno dopo la sua morte. “Ah, questa ragazza è cresciuta senza padre, lo arrestarono il padre quando lei era molto piccola – commentava  –. Dai conti che faccio è poco più grande di Lorenza, quindi stessa generazione, e sicuramente si conoscono anche perché andavano nello stesso liceo negli stessi anni. Quello che so di questa ragazza: è cresciuta con la madre, ha studiato, ha fatto il liceo scientifico, poi si è laureata in architettura credo, ed oggi lavora sfruttando la sua laurea”.

“La ragazza fu sempre fidanzata con lo stesso ragazzo, un paio di anni fa si è sposata con lo stesso e la scorsa estate ha avuto una bambina. Vi ho raccontato la storia di lei perché ha fatto il necrologio, ma vi potrei raccontare la storia di tante con il padre assente e della stessa generazione, perché sono informato di tutte quelle a cui manca il padre”. Poi l’invettiva contro Lorenza Alagna: “Ebbene, nessuno ha fatto la fine di Lorenza, sono tutte sistemate. Che voglio dire? È l’ambiente in cui cresci che ti forma, e lei è cresciuta molto male“. E ancora: “La mancanza del padre non è di per sé motivo di degenerazione educativa. È solo Lorenza che è degenerata nell’intimo, le altre di cui so sono tutte cresciute onestamente”.

Messina Denaro, Laura Bonafede e Martina Gentile: “Si definivano una famiglia”

Quanto al rapporto con Martina Gentile, figlia della maestra Laura Bonafede, le indagini avrebbero lasciato invece emergere un solido legame affettivo. “Laura Bonafede, dopo avere conosciuto Matteo Messina Denaro nel 1997, ha addirittura instaurato con lo stesso uno stabile rapporto quasi familiare coinvolgente anche la figlia Martina Gentile, durato dal 2007 sino al dicembre 2017 quando venne necessariamente interrotto a seguito di un’importante ennesima operazione di polizia, per poi riprendere, appena ‘calmatesi le acque’ negli ultimi anni sino all’arresto del latitante il 16 gennaio 2023”. Così scrive il gip Alfredo Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per Laura Bonafede. Legata al boss da “un pluridecennale rapporto”, la maestra “aveva, in molteplici occasioni, condiviso con lui spazi di intimità familiare, a volte in compagnia della figlia tanto che i tre si definivano ‘una famiglia’”.

Laura Bonafede e Martina Gentile sarebbero state in totale adorazione di Matteo Messina Denaro. “Tale adorazione non ha alcuna possibile spiegazione razionale e trova un senso solo nella totale adesione allo spirito, gli ideali ed i comportamenti di uno dei più feroci mafiosi conosciuti in territorio italiano”, scrive il gip.

Un’adorazione che non sarebbe venuta meno neppure in seguito alle vicissitudini giudiziarie subite dai Bonafede e dai loro parenti. Salvatore Gentile, marito di Laura Bonafede e padre di Martina, sconta l’ergastolo per aver eseguito gli ordini “di un criminale assassino”. Nonostante questo “la Bonafede – prosegue il giudice – non ha esitato a organizzare la sua vita per fornire assistenza proprio a colui che è di fatto il responsabile (o uno dei responsabili) della sua sofferenza”.

 

 

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