Messina Denaro nuovamente interrogato dai pm, il cugino di Bonafede chiede la scarcerazione
Matteo Messina Denaro ha risposto alle domande del presidente della sezione gip di Palermo, Alfredo Montalto, collegato in videoconferenza dalla sala udienza del carcere dell’Aquila dove il boss si trova in regime di 41 bis da un mese. Sono tanti i reati di cui è accusato Messina Denaro, tra questi anche una tentata estorsione per un terreno di contrada Zangara, a Castelvetrano.
Anche in questo caso l’ex superlatitante ha negato le accuse, come lo scorso 13 febbraio quando, assistito dalla sua legale, l’avvocato e nipote Lorenza Guttadauro, rispose alle domande dei pubblici ministeri ma senza rivelare informazioni importanti ma negando solamente ogni tipo di accusa.
Il dipendente comunale Bonafede chiede la scarcerazione
Intanto il cugino omonimo del geometra che ha prestato l’identità a Messina Denaro, Andrea Bonafede ha chiesto la scarcerazione. Il dipendente comunale ha presentato istanza al Tribunale del Riesame di Palermo. É stato arrestato con l’accusa favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati dall’aver favorito Cosa nostra.
Le condizioni di Messina Denaro
“Le condizioni generali del paziente sono buone”, commentano fonti sanitarie e carcerarie. Affetto da un tumore al colon, per cui è stato operato due volte (una delle quali per metastasi al fegato) mentre era ricercato, Messina Denaro viene sottoposto alla chemioterapia in un ambulatorio ad hoc ricavato di fronte alla sua cella.
Medici e responsabili del supercarcere sostengono, dunque, che le parole dell’avvocatessa “non corrispondano al quadro clinico”.
”Il paziente viene seguito con puntualità e sta facendo terapie neoplastiche ambulatoriali che sono compatibili con la sua malattia”, rispondono i sanitari replicando alla Guttadauro che aveva stigmatizzato il fatto che le cure venissero effettuate in carcere e non in un ambulatorio.
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