I carabinieri del Ros hanno arrestato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravati dal metodo mafioso, Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri. Gli inquirenti ritengono che la coppia avrebbe ospitato “in via continuativa e per numerosi giorni”, nella sua casa di Campobello di Mazara, Matteo Messina Denaro latitante. Il boss sarebbe andato abitualmente a pranzo e a cena nell’appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell’ordine.
Secondo i pm, dunque, i coniugi avrebbero fornito al boss “prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza”. Inoltre, Lorena Lanceri sarebbe stata inserita nel circuito di comunicazioni che ha consentito all’ex latitante di mantenere contatti con alcune persone a lui particolarmente care.
Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri il 23 gennaio scorso, a pochi giorni quindi della cattura del boss, si erano presentati spontaneamente in caserma per riferire di conoscere Messina Denaro. I due avevano dichiarato che l’uomo gli era stato presentato dal geometra Andrea Bonafede (che ha fornito la falsa identità al capomafia) e che aveva detto di chiamarsi Francesco Salsi. Il sedicente medico in pensione avrebbe così frequentato occasionalmente la loro casa.
Tuttavia, una serie di elementi in mano agli inquirenti smentirebbe la versione dei due coniugi. Prime tra tutte le immagini registrate da una telecamera di sorveglianza dalle 20.51 del 7 gennaio alle 21.12 del 23 gennaio 2023. La telecamera, posizionata vicino a un esercizio commerciale a pochi passi dalla loro abitazione a Campobello di Mazara, mostra che Messina Denaro è andato ogni giorno nell’abitazione dei Bonafede a ora di pranzo e cena.
Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri, secondo gli inquirenti, inoltre, conoscerebbero già da tempo Messina Denaro. Dalle indagini e dal materiale sequestrato nella loro abitazione è emerso che il capomafia avrebbe fatto da padrino di cresima al figlio dei Bonafede nel 2017. In quell’occasione il boss avrebbe dato alla coppia 6.300 euro per acquistare al giovane un Rolex. La spesa è stata appuntata in un pizzino. Il Rolex, recuperato a casa dei Bonafede, è stato comprato l’11 gennaio 2017 in una nota gioielleria di Palermo.