Alfonso Tumbarello, medico di Campobello di Mazara che aveva in cura il boss latitante Matteo Messina Denaro, ha risposto alle domande del gip. Il dottore ha dichiarato di non sapere che il falso Andrea Bonafede in realtà fosse il boss superlatitante. Una volta saputo del tumore, il dottore si sarebbe limitato solamente a prescrivergli terapie e accertamenti.
Tumbarello, durante l’interrogatorio, ha però confermato di avere fatto da tramite tra l’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino e il fratello di Messina Denaro, Salvatore.
Il professionista, ora in pensione, è accusato di favoreggiamento aggravato: avrebbe infatti seguito le cure dell’ex super latitante di Cosa Nostra mantenendo il massimo riserbo sulla sua identità, al medico perfettamente nota. Secondo le indagini, sarebbe stato proprio Tumbarello a firmare le ricette e le prescrizioni mediche (circa 130) utilizzate dal boss per sottoporsi alle cure per la patologia tumorale.
Nei giorni scorsi è finito in manette anche Andrea Bonafede, cugino omonimo del geometra che ha ceduto la sua identità al boss di Cosa Nostra. Sentito anche lui dal gip, ha detto di aver fatto solamente da spola tra suo cugino, che diceva di essere gravemente malato, e il medico Tumbarello per avere i documenti sanitari necessari per le terapie.
Resta in carcere il geometra trapanese Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità al boss Matteo Messina Denaro. Secondo la difesa, Bonafede avrebbe assecondato le richieste dell’ex super latitante di Cosa Nostra perché costretto dalla paura di eventuali ripercussioni. I legali parlando di “Stato di necessità”, anche se il geometra nega minacce esplicite. Respinta la richiesta di scarcerazione, Bonafede resta dunque in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.