“Per molti giovani è un mito, lo venerano”. Il mito sarebbe Matteo Messina Denaro, l’ultimo stragista di Cosa Nostra. A dichiararlo in un intervista rilasciata a Dire è Paolo Pace, neuropsichiatra infantile, responsabile dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza di Castelvetrano.
Il medico avrebbe intercettato tra i giovani del paese d’origine dell’ex super latitante un senso di ammirazione e venerazione verso il boss, arrestato lunedì mattina a Palermo.
Messina Denaro avrebbe tramandato in alcuni giovanissimi l’immagine del grande uomo di potere criminale e patrimoniale. Quello che per 30 anni era riuscito a nascondersi da tutto e tutti pur continuando a condurre una vita normalissima. “Lui era il deus ex machina e la sua figura echeggiava nei discorsi di molti adolescenti che incontravamo in ambulatorio”, spiega Pace. “Molti giovani in certe fasce sociali si sono affidati a questo ambire ad essere come lui“.
Pace tiene a precisare come per fortuna esista anche e soprattutto un’altra Sicilia, quella largamente maggioritaria. E per testimoniarne la presenza e la forza, il professionista fa una proposta: “Lo Stato deve essere presente ma non in senso patriarcale. L’economia deve essere funzionale ai bisogni delle persone, deve esserci più una cosa pubblica che una cosa nostra. Sarebbe bello se venisse intitolata una scuola di Campobello a Nadia Nencioni“. La bambina fu uccisa a 9 anni la notte del 26 maggio 1993, nella strage di via dei Georgofili a Firenze. Al titolo di una sua poesia, “Tramonto”, i carabinieri dei ROS hanno dedicata l’operazione che ha portato alla cattura dell’ex primula rossa di Castelvetrano.