Resta in carcere il geometra trapanese Andrea Bonafede, l’uomo che ha prestato la sua identità al boss Matteo Messina Denaro.
Secondo la difesa, Bonafede avrebbe assecondato le richieste dell’ex super latitante di Cosa Nostra perché costretto dalla paura di eventuali ripercussioni. I legali parlando di “Stato di necessità”, anche se il geometra nega minacce esplicite. Respinta la richiesta di scarcerazione, Bonafede resta dunque in carcere con l’accusa di associazione mafiosa.
A rinunciare invece alla propria istanza di scarcerazione è Giovanni Luppino, l’autista del boss arrestato insieme a lui la mattina del 16 gennaio davanti alla clinica la Maddalena di Palermo. L’uomo è accusato favoreggiamento aggravati dall’avere agevolato la mafia.
Matteo Messina Denaro nella sua cella singola nel carcere ha iniziato a guardare la tv. Ha anche iniziato a parlare con qualcuno. Il boss, durante la seduta di chemioterapia per il suo tumore al colon, si è lasciato scappare qualche parola. Ha parlato proprio della sua malattia e, di conseguenza, della “profezia” di Salvatore Baiardo, l’uomo di fiducia dei fratelli Graviano. Pur non citando la trasmissione di La7 “Non è l’Arena” né tantomeno il suo conduttore Massimo Giletti, ha puntato il dito contro i telegiornali che ne hanno parlato e ha tenuto a far sapere che Baiardo dice “stupidate”. Addirittura il Corriere della Sera nell’edizione odierna ha riportato un ampio virgolettato del padrino: «Noo! Baiardo non sapeva niente. Non poteva sapere che avevo un tumore. Per la semplice ragione che a casa mia che ero malato lo sapevano in cinque. Giusto cinque o sei. Come faceva a saperlo Baiardo? Ha tirato a indovinare».