Le condizioni di salute del boss Matteo Messina Denaro si sono aggravate. L’ex latitante, affetto da un tumore al colon e detenuto a L’Aquila in regime di 41 bis, è stato ora ricoverato nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Salvatore. Il tutto naturalmente dietro imponenti misure di sicurezza. Data la malattia che lo affligge, il capomafia in carcere si è sottoposto alle varie sedute di chemioterapia in una stanzetta allestita ad hoc all’interno del penitenziario. Nelle scorse settimane ha inoltre subito un piccolo intervento per problemi urologici, rientrando però in carcere in giornata.
“Si è aggravato, le sue condizioni sono disperate”. Così ha dichiarato l’avvocato Alessandro Cerella all’Adnkronos. Il legale affianca dal mese di giugno l’avvocato Lorenza Guttadauro, nipote del padrino di Castelvetrano, nella difesa di quest’ultimo.
Il boss “non mangia, beve soltanto, non sta bene, necessita di un immediato ricovero in ospedale – ha aggiunto il legale -. Con un tumore al quarto stadio, con la difficoltà anche a reggersi in piedi, non può stare dentro una cella al 41 bis. Deve essere assistito da un infermiere dentro una struttura ospedaliera il prima possibile”.
“Io non sono un medico ma le sue condizioni sono critiche – ha proseguito -. È seguito in maniera encomiabile dal professor Mutti e dal suo staff. Io ripongo massima fiducia nel loro operato ma i medici non possono vederlo quotidianamente e nelle sue condizioni le cose cambiano di giorno in giorno”.
“In carcere non può più stare – sottolinea Cerella -. Nonostante il nome che porta come a qualsiasi altro detenuto devono essere garantiti i diritti costituzionali e il giudice di sorveglianza, leggendo le carte, dovrebbe capirlo. Il mio giudizio nei confronti dell’amministrazione penitenziaria e del sistema giustizia in generale è fortemente critico. Nei confronti di Messina Denaro c’è un accanimento: con un tumore al quarto stadio non può stare in una cella senza un infermiere a bere succhi di frutta, invece di avere delle flebo. Dovrebbe essere controllato h24. Ha difficoltà persino a stare in piedi, ha bisogno di tutte le cure che spettano a un malato”, conclude il legale che lo ha visto l’ultima volta lo scorso 3 agosto.
Intanto, fonti interne al carcere dell’Aquila hanno confermato all’Adnkronos: “La situazione, seppur grave, non ha richiesto al momento alcun trasferimento né cambio di cure”. Il boss, dunque, “non sarebbe in pericolo imminente di vita”, almeno secondo quanto emerso dall’ultima tac effettuata in ospedale domenica scorsa.