Messina Denaro, si cerca la “cassa” del boss: dai pizzini emerge una grossa disponibilità di contanti

Proseguono le perquisizioni di immobili al fine anche di rinvenire la “cassa” di Matteo Messina Denaro. Nei pizzini trovati nell’ultimo covo del capomafia, a Campobello di Mazara, e nelle case della sorella Rosalia, arrestata venerdì scorso, si parla spesso di soldi. Dall’indagine della Procura di Palermo emerge chiaramente che il capomafia avesse la disponibilità di centinaia di migliaia di euro in contanti e adesso gli inquirenti stanno cercando di ricostruirne affari e rapporti.

Ieri i carabinieri del Ros hanno perquisito l’appartamento di Rosalia Messina Denaro a Castelvetrano. La “cassa” tuttavia non è ancora stata trovata.

Messina Denaro alla sorella: “Ne sono rimasti 85 mila, sono pochi”

“Ne sono rimasti 85 mila, e questo è un problema, sono pochi, devo avere un deposito più grosso, se no vado a sbattere, cioè non sono coperto per come voglio io. Quindi ora ti spiego come fare per recuperare questi 40 mila”. Così scrive Messina Denaro a Rosalia dopo aver speso 40mila euro del suo fondo probabilmente per l’acquisto del covo di Campobello. Di soldi si parla in molti altri bigliettini dai quali emerge che la famiglia, che non usava carte di credito o bancomat, contava su una liquidità rilevante. 

La sorella del boss non risponde al gip

Intanto Rosalia, dopo l’arresto per associazione mafiosa, si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip Alfredo Montalto. La donna, sentita per l’interrogatorio di garanzia nel carcere Pagliarelli, era assistita dall’avvocato Daniele Bernardone.

Secondo gli inquirenti, la donna avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura; avrebbe gestito per suo conto la “cassa” della “famiglia” e la rete di trasmissione dei pizzini. In questo modo, avrebbe permesso al capomafia latitante di mantenere i rapporti con i suoi uomini.

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Messina Denaro e l’arresto della sorella, migliaia di pizzini e grosse cifre di denaro a disposizione