Messina Denaro: spesso nella borghesia che conta il collante è la massoneria

Il dottor Tumbarello, adesso sospeso è indagato per aver firmato le ricette mediche di “Andrea Bonafede”. Anche il boss in odore di massoneria

foto Alfonso Tumbarello

A Campobello di Mazara c’è un medico  indagato: è il 70enne Alfonso Tumbarello. Per decenni, fino a quando è andato in pensione, è stato medico di base in paese, sino al dicembre 2022. E fino a qualche mese fa ha avuto in cura il vero Andrea Bonafede, 59 anni.

Quindi, a nome del suo assistito, ha firmato anche le prescrizioni per Messina Denaro, quelle che hanno consentito al padrino l’accesso alle necessarie cure della clinica palermitana “La Maddalena”. Tumbarello è dunque indagato per favoreggiamento, anche perché il vero Bonafede gode di ottima salute.

Gli incarichi di Tumbarello

Il medico  è stato un professionista rispettato, anche nelle aule di giustizia. A suo nome ci sono stati incarichi tecnici liquidati dal tribunale di Marsala. Tra cui 4.833 euro per 20 perizie nel 2016; 10.729 euro per 10 incarichi nel 2018, da sommare nello stesso anno a 7.879 euro per 12 affidamenti dal tribunale civile; altri 3.699 per 10 incarichi nel 2019.

A Campobello di Mazara due logge massoniche

Il dottore Tumbarello apparteneva anche ad una delle due logge massoniche di Cambobello di Mazara, la “Valle di Cusa-Giovanni di Gangi-1035”. L’altra è la “Domizio Torrigiani-413. Ma dopo l’arresto di Messina Denaro e la sua posizione di indagato è stato sospeso dai vertici del Grande Oriente d’Italia. Non si può, comunque, non rilevare che in un paese di 11.800 abitanti ci siano due logge di “liberi muratori”. Ma in fondo è una conferma che la densità della massoneria nel Trapanese è tra le più alte d’Italia. Ci sono 10 logge , senza tenere conto di quelle  “coperte”,  che in passato sono state al centro di inchieste per sospette connivenze con ambienti mafiosi. Addirittura alcuni pentiti hanno raccontato persino di una loggia, denominata «La Sicilia», costituita personalmente dal boss Messina Denaro.

Borghesia che conta, massoneria e mafia

Il procuratore Maurizio de Lucia, durante la conferenza stampa subito dopo la cattura di Messina Denaro ha detto: «C’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo». E non è un mistero che spesso nella borghesia che conta ci sono due collanti,  un binomio onnipresente: mafia e massoneria. E le zone di Cosa Nostra controllati dal boss di Castelvetrano ricadono proprio nelle province con il più alto tasso di logge massoniche riconosciute. 10 a Trapani e 11 Agrigento, di cui 2 proprio a Campobello di Mazara, che è stato l’ultimo riparo del boss. Ce ne è una anche a Castelvetrano, fortezza di mafia e misteri fin dai tempi in cui nel 1950 venne trovato cadavere il bandito Salvatore Giuliano. Un avvenimento mai chiarito.

Fonte foto “Il fatto quotidiano”