Messina, scoperta maxi evasione fiscale da oltre 7,5 milioni di euro

La truffa andava avanti da oltre un decennio grazie ad una serie di complesse operazioni fiscali

confisca

Eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Messina un provvedimento di sequestro emesso dalla Procura in seguito alla scoperta di una maxi frode fiscale di oltre 7,5 milioni di euro. Il provvedimento ha colpito conti correnti, rapporti bancari, quote societarie, beni immobili, tra cui quelli in dotazione ad un trust di diritto maltese.

Una frode durata un decennio

L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina, ha svelato la truffa che sarebbe stata messa in atto da A. G., imprenditore di 53 anni. L’uomo avrebbe sfruttato una società operante nel settore delle pulizie di edifici grazie all’aiuto di un prestanome, S. R., 68 anni. Scopo dell’operazione quello di evadere le imposte sul reddito e sul valore aggiunto.

Attualmente A.G. e S.R. sono indagati per omessa ed infedele dichiarazione dei redditi, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, falso in bilancio, autoriciclaggio e per la mancata predisposizione di modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire reati tributari.

La frode è andata avanti per quasi un decennio al fine di ottenere illeciti guadagni derivanti dalla mancata dichiarazione e pagamento delle imposte. Coinvolte anche altre società riconducibili al medesimo gruppo imprenditoriale. I settori di riferimento sono diversi: pulizie, edile, trasporti, grande distribuzione.

Il trasferimento a Milano

La sede della società principale formalmente risultava spostata a Milano; di fatto era domiciliata a Messina. Dopo la maturazione di un elevato debito tributario nei confronti dello Stato, frutto di sistematica evasione fiscale, l’azienda è stata svuotata delle sue ricchezze finanziarie ed economiche, attraverso più azioni giustificate come cessioni di rami aziendali a favore di una new company con lo stesso oggetto sociale. Il tutto al fine di impedire al fisco l’effettivo recupero delle somme evase.

L’analisi dei flussi bancari e della documentazione amministrativo-contabile della principale società indagata ha svelato il giro di trasferimenti finanziari tra le varie società del gruppo.

Sigilli a conti correnti e lussuosi immobili

Per blindare il tesoretto sottratto alla tassazione fiscale nel corso degli anni, inoltre, era stato costituito un trust di diritto maltese. Lì è confluito l’illegittimo accumulo.

Sequestrati i conti correnti e i rapporti bancari che fanno capo sia alle persone fisiche sia alla persona giuridica. Stessa cosa per la maggioranza delle quote della società proprietaria di un noto centro commerciale di Messina e decine di lussuosi immobili di una società di costruzioni.