Operazione della Guardia di Finanza a Messina, dove due bar del centralissimo corso Cavour sono stati sequestrati, insieme ad auto e immobili. In arresto, inoltre, una giovane di 26 anni, figlia del boss Salvatore Sparacio.
La ragazza deve rispondere di intestazione fittizia di società, beni immobili ed autovetture, in realtà gestiti dal padre.
Salvatore Sparacio è stato coinvolto, nel mese di aprile, nell’operazione “Provinciale”. Le indagini, dirette dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina ed eseguite dagli specialisti del Gico della Guardia di Finanza peloritana, avevano smantellato il gruppo criminale attivo nel Rione Ariella, conosciuto come Fondo Pugliatti.
Il clan mafioso, secondo gli inquirenti, era un importante riferimento per le scommesse illecite. Rilevate commissioni del 40 per cento sugli incassi e consolidati rapporti con dirigenti del settore nonché connessioni con esponenti della politica locale.
Inizialmente si era ritenuto che il clan fosse subordinato a quello facente capo a Giovanni Lo Duca; di recente però il Tribunale del Riesame ne ha riconosciuto esistenza e operatività autonoma. Il Riesame ha affermato l’esistenza di un “rapporto di non belligeranza… in forza del quale il referente di un gruppo criminale interviene nei momenti di difficoltà attraversati dal gruppo concorrente”. Disposto dunque l’aggravamento della misura cautelare nei confronti dei partecipi del clan; inizialmente ai domiciliari, sono ora nelle carceri di Messina e Caltanissetta.
Nella medesima direzione, la circostanza che il gruppo legato a Sparacio appoggiasse, nelle elezioni del 2018, candidati diversi da quelli appoggiati dall’altro gruppo mafioso. Gruppi mafiosi autonomi, dunque, dotati di autonomo spessore e carisma criminale.
Oltre ai due bar del centro, sequestrata anche una quota pari al 25% di una srls, con sede a Messina ed operante del settore della consulenza pubblicitaria. Infine, due fabbricati, un’auto e denaro contante pari a 15 mila euro, il tutto per un valore complessivo pari a 1,1 milioni.