“Mi fai provare la moto nuova?”, 3.600€ di multa immediati: la Polizia non perdona più queste leggerezze | Se non è tua non toccarla
Guidare una moto di proprietà altrui non è così semplice come può sembrare. Di certo è molto meno facile rispetto a qualche anno fa
Divieto assoluto. Quella che una volta era una prassi consolidata, all’ordine del giorno e regolata da norme abbastanza flessibili, oggi non è più praticabile. Stiamo parlando dell’eventualità di prendere in prestito la motocicletta di proprietà altrui.
Molti anni fa era un’abitudine comune a milioni di persone chiedere a un amico o a un parente l’utilizzo in prestito di una moto o di un motorino. Una prassi diffusa soprattutto tra i giovani che si divertivano a scambiarsi i motocicli.
Un gravissimo caso di cronaca accaduto nel lontano 1974 sollevò la questione, sollevando critiche e dubbi riguardo questa pratica. Accadde che il diciottenne attore di talento Alessandro Momo morì in un incidente mentre era alla guida di una moto che apparteneva alla sua fidanzata di allora, la grande attrice Eleonora Giorgi.
La Giorgi fu indagata e in seguito assolta per aver prestato il mezzo a Momo che, va sottolineato, in quel momento era ancora minorenne. Nel corso degli anni le leggi sono cambiate rendendo molto più complicato prendere in prestito una moto altrui.
Prendere la moto in prestito, ora non è più così facile: rischi e problemi
Allo stato dell’attuale normativa è ancora possibile guidare la moto di proprietà di un’altra persona ma esistono degli obblighi molto precisi e dei rischi da conoscere per evitare problemi di natura legale e sanzioni varie.
Esistono però differenze significative importanti legate alla natura del rapporto in essere tra il proprietario e il titolare del prestito: un conto è se chi possiede la moto sia un familiare convivente, un altro è se invece si tratta di una persona esterna al nucleo familiare.
Prendere la moto in prestito, bisogna fare grande attenzione: ecco perché
Entrando nello specifico se la moto è intestata al familiare di turno, come un coniuge o un genitore, non è richiesta alcuna procedura particolare. In questo caso si può guidare la moto senza alcun limite temporale. Se viceversa il mezzo appartiene a una persona estranea alla famiglia è possibile utilizzarla per un massimo di 30 giorni consecutivi.
Superato il mese di utilizzo la legge prevede che il nome del fruitore della moto venga annotato sul libretto di circolazione. In caso ciò non avvenga si può andare incontro a una multa che può variare tra 728 e 3.636 euro.