Microplastiche, ne hai 10 grammi nel cervello: ormai sono depositate là come la monezza | Ecco i rischi clinici

Microplastiche (Pexels) PalermoLive
Siamo circondati dalle microplastiche e purtroppo è un fenomeno ampiamente in crescita. Trovate anche dentro il nostro corpo.
Le microplastiche sono minuscoli frammenti di plastica di dimensioni inferiori a 5 millimetri. Queste particelle derivano principalmente dalla degradazione di oggetti di plastica più grandi, come bottiglie, sacchetti e imballaggi, attraverso processi fisici, chimici e biologici. Anche l’usura di pneumatici, tessuti sintetici e vernici contribuisce alla formazione di microplastiche.
La diffusione delle microplastiche avviene attraverso diverse vie. L’acqua è uno dei principali vettori: le microplastiche possono essere trasportate da fiumi e scarichi fino agli oceani, contaminando vasti ecosistemi acquatici. Anche l’aria gioca un ruolo significativo, con particelle che possono essere sollevate dal vento.
Un’altra importante via di diffusione è rappresentata dalle attività umane. Lo smaltimento inadeguato dei rifiuti plastici, il lavaggio di indumenti sintetici che rilasciano microfibre, e l’utilizzo di prodotti contenenti microplastiche (come alcuni cosmetici e detergenti) contribuiscono a disperdere queste particelle nell’ambiente terrestre e acquatico.
La pervasività delle microplastiche è ormai un problema globale. Sono state ritrovate in ogni angolo del pianeta, dai ghiacciai artici alle profondità marine, dalle aree urbane ai suoli agricoli. La loro capacità di interagire con gli ecosistemi rappresentano una crescente preoccupazione per la salute del pianeta.
Piaga microplastiche
Le microplastiche rappresentano una seria minaccia per l’ambiente a causa della loro persistenza e capacità di diffondersi ovunque. La contaminazione è ormai globale, con microplastiche ritrovate in acqua, aria e suolo, con conseguenze ancora in gran parte da comprendere appieno sugli ecosistemi.
Per affrontare questo problema, si stanno implementando diverse strategie a livello globale e locale. Le normative mirano a ridurre l’uso di microplastiche intenzionali in prodotti e a migliorare la gestione dei rifiuti plastici. La ricerca si concentra sullo sviluppo di materiali biodegradabili e su tecnologie di rimozione delle microplastiche dall’ambiente.
Microplastiche nel cervello
Una recente ricerca dell’Università del New Mexico ha rilevato un crescente accumulo di micro e nanoplastiche nel tessuto cerebrale analizzato in diverse autopsie eseguite tra il 1997 e il 2024. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, suggerisce una progressiva infiltrazione di queste particelle nel cervello umano.
I livelli di microplastiche riscontrati nei cervelli di persone con demenza erano significativamente più elevati, da tre a cinque volte superiori rispetto ai soggetti senza questa diagnosi, per intenderci un cucchiaino stracolmo. Questi accumuli sono stati osservati in particolare nei vasi sanguigni cerebrali e nelle cellule immunitarie, aprendo interrogativi sul potenziale legame tra la presenza di plastica e lo sviluppo di malattie neurodegenerative.