Miele, la Sicilia rinuncia ai fondi. L’Associazione Regionale Apicoltori presenta ricorso
La Regione Siciliana ha rinunciato a quasi 800 mila euro di finanziamento pubblico nazionale ed europeo destinati al miele e al comparto apistico regionale per il biennio 2023-24. Le altre regioni italiane, però, beneficeranno della somma perduta dalla Sicilia. L’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani ha presentato il ricorso giudiziario presso lo studio dell’avvocato Nadia Spallitta che sta seguendo tutto l’iter del procedimento legale. Oggi, infatti, sono ancora poco chiare le motivazioni che hanno portato la Regione a richiedere una cifra inferiore al massimale proposto dal Ministero.
L’OCM MIELE
La Regione Siciliana ha rinunciato a quasi 800 mila euro di finanziamento pubblico nazionale ed europeo destinato al comparto apistico regionale per il biennio 2023-24. Questa decisione è stata presa nonostante il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare avesse proposto alla Sicilia un massimale di spesa di 1,381 milioni di euro, sia per il 2023 sia per il 2024, grazie al consistente aumento della dotazione nazionale. Il calcolo del massimale si basava sul numero di alveari presenti e dichiarati nella banca dati nazionale al 31 dicembre 2021, ed è stato applicato in maniera analoga anche per le altre regioni.
Non si capisce perché, nel richiedere i fondi al Ministero, la Regione Siciliana ha optato per una cifra inferiore al massimale: 903 mila euro per il 2023 e 1 milione e 65 mila euro per il 2024. La somma “perduta” dalla Sicilia è andata alle altre regioni.
LA SCELTA DELLA REGIONE
Oggi non sono ancora chiare le scelte della Regione Siciliana di richiedere una cifra inferiore al massimale proposto dal Ministero. La richiesta della regione ammonta a 903 mila euro per il 2023 e 1 milione e 65 mila euro per il 2024, lasciando così una somma considerevole ad altre regioni.
Sono ancora tanti gli interrogativi che questa decisione della Regione Siciliana nel non sfruttare pienamente le risorse a sua disposizione. Potrebbero esserci diversi fattori che hanno influenzato questa scelta, come ad esempio la disponibilità di fondi regionali aggiuntivi per coprire le spese necessarie o una valutazione strategica specifica basata sulle esigenze del settore apistico siciliano. Una decisione, questa, che ricade sul comparto apistico con conseguenze negative sullo sviluppo e sul sostegno dell’apicoltura siciliana, dando la possibilità ad altre territori di beneficiare dei fondi “persi”. Da qui, la necessità, quindi, di valutare un ulteriore approfondimento per comprendere la scelta della Regione e determinare se quali sono le eventuali opportunità perse per lo sviluppo dell’apicoltura nell’isola.
IL RICORSO DELL’ARAS
L’Aras, Associazione Regionale Apicoltori Siciliani, che conta 425 apicoltori per un totale di 40 mila alveari, ha richiesto all’autorità giudiziaria di riconoscere, per tutte le aziende rappresentate, il diritto di chiedere alla Regione il risarcimento del danno subìto. Scelta decisa all’unanimità lo scorso 22 febbraio dall’assemblea generale dell’Associazione come “atto estremo”, ritenendo inammissibile, nell’attuale situazione di crisi del comparto, la rinuncia a preziose risorse.
“In un momento in cui il patrimonio apistico regionale, così come quello nazionale, è a forte rischio di ridimensionamento, con tutti gli effetti negativi sulla biodiversità e la produttività di molte colture agrarie – dichiarano i vertici di Aras – rinunciare a importanti risorse economiche da utilizzare per il mantenimento e lo sviluppo dell’apicoltura siciliana, rappresenta un atto incomprensibile rispetto al quale attendiamo ancora spiegazioni”, hanno dichiarato Antonino Coco e Giovanni Caronia, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani.
LA RIPARTIZIONE DEI FONDI DELL’OCM MIELE IN BASE AL NUMERO DEGLI ALVEARI
“I fondi dell’Ocm miele erogati per una parte dalla Ue e per l’altra dallo Stato, cosí come indicato dalla stessa Unione, devono essere ripartiti tra gli apicoltori in base al numero degli alveari. Inspiegabile quindi il criterio adottato dalla Regione Siciliana per richiedere l’assegnazione dei fondi visto che la Sicilia, terza in Italia per numero di alveari, non lo è nella graduatoria dell’assegnazione delle risorse”, ha osservato l’avvocato Nadia Spallitta. “Abbiamo chiesto di conoscere il criterio adottato per la richiesta dei fondi assegnati dal Ministero alla Regione Siciliana – ha concluso – ma la risposta è stata elusiva e comunque non rispondente ai criteri normativi”.
Da quasi due decenni, il comparto apistico siciliano si confronta nell’apposito tavolo tecnico con l’amministrazione regionale sui criteri di distribuzione e di assegnazione degli unici fondi previsti a sostegno dell’apicoltura, cioè quelli dell’Ocm miele (Organizzazione comune di mercato del miele). La scarsità delle risorse, la frammentazione della rappresentanza apistica regionale, la continua rotazione dei funzionari preposti, rendono difficile trovare e mantenere un punto di equilibrio che risponda agli obiettivi dell’Ocm miele posti dall’Unione Europea.
CARONIA, VICEPRESIDENTE ARAS: “NECESSARIO SPENDERE EFFICACEMENTE LE POCHE RISORSE DISPONIBILI”
“In generale l’amministrazione sceglie di accontentare quanti più richiedenti possibile, anziché indirizzare la spesa sulla base della produttività dell’investimento e sulla base degli interessi generali del comparto”, ha affermato Caronia. “Chiediamo sempre che per la redazione del bando vengano tenute in considerazione le riflessioni e i suggerimenti dei portatori di interesse, primi tra tutti le associazioni degli apicoltori. Ma così non è”, ha denunciato il presidente Coco. “Inoltre è assolutamente necessario permettere agli apicoltori e alle loro associazioni di spendere efficacemente le poche risorse disponibili dando ad esempio una adeguata finestra temporale per lo svolgimento delle attività”.
“La predisposizione dei documenti programmatori con la pratica del copia e incolla – ha detto Caronia – spesso fa perdere di vista le modifiche intervenute nelle disposizioni europee e nazionali e ciò porta inevitabilmente a commettere gravi errori”. “Infine – ha continuato Caronia – negli anni si è rinunciato a qualunque controllo sulla qualità e sulla produttività della spesa erogata. Il mantra è sempre lo stesso: non abbiamo personale sufficiente per fare queste cose”.
COCO, PRESIDENTE ARAS: “LA SICILIA TRA LE ULTIME REGIONI”
“Ogni anno – ha aggiunto Coco – la Sicilia è tra le ultime regioni in Italia nella pubblicazione del bando dell’Ocm miele; le scadenze di rendicontazione, uguali per tutta Italia, ci obbligano poi a realizzare le attività finanziate in tempi ristrettissimi e nei periodi di massimo impegno lavorativo per gli apicoltori”.
“Apprendiamo oggi che il Masaf ha assegnato alla Sicilia, dietro sua richiesta, ulteriori 178 mila euro sufficienti a coprire tutte le domande presentate a valere sul bando 2023 – affermano Coco e Caronia. I vertici di Aras poi continuano: “Non è una novità: ogni anno la Sicilia ha goduto di somme aggiuntive rispetto a quelle previste dal bando e recuperate dalle economie realizzate dalle altre regioni. Questo, comunque, non compensa affatto il danno provocato al comparto dell’isola dalla mancata richiesta per l’annualità in corso di oltre 480 mila euro: la disponibilità di una somma inferiore a quella di fatto già riconosciuta dal Ministero, ha, infatti, comportato la riduzione delle risorse assegnate alle singole sottoazioni del bando e l’abbassamento dei tetti di spesa per ciascun richiedente: in questo modo ai singoli apicoltori è stata preclusa la possibilità di richiedere e ottenere un contributo maggiore”.
“Infine – concludono Coco e Caronia – quest’anno, gli ingiustificabili ritardi burocratici hanno finora impedito gli investimenti programmati e, una volta giunti a stagione apistica inoltrata, si corre il rischio che decine di aziende possano rinunciare al finanziamento perché giunto ‘fuori tempo massimo’”.
L’ASSOCIAZIONE REGIONALE APICOLTORI SICILIANI
ARAS – Associazione Regionale Apicoltori Siciliani associa 425 apicoltori per un totale di 40 mila alveari. Si tratta di un terzo di quelli presenti in Sicilia e regolarmente iscritti all’anagrafe nazionale. La base degli associati è rappresentata da circa 200 apicoltori titolari di partita Iva che svolgono questa attività non in forma hobbistica ma con finalità di reddito. Si tratta in pratica di poco meno di un terzo degli apicoltori “professionali” che operano nell’Isola.
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