Notte di sbarchi a Lampedusa dove sono arrivati complessivamente 380 migranti. Otto in tutto le imbarcazioni soccorse dopo che ieri, durante l’intera giornata, erano arrivate 247 persone con sette diversi barchini.
Dei 380 i primi a sbarcare sono stati i 37 salvati dopo il naufragio del natante sul quale viaggiavano. Il barchino è affondato ieri sera in acque Sar maltesi, a circa 42 miglia da Lampedusa. La nave ong Nadir e tre pescherecci hanno soccorso 37 persone, tra cui sette donne, poi trasbordate sulla motovedetta della Guardia costiera.
All’appello mancherebbe un uomo, originario di Burkina Faso, fratello di uno dei superstiti. Probabilmente è annegato dopo che la carretta si è ribaltata, intorno alle ore 19. I superstiti – originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Sudan e Isole Comore – hanno riferito di essere partiti da Sfax, in Tunisia, alle ore 23 di giovedì e di aver pagato 2 mila dinari tunisini.
Al largo di Lampedusa ieri si era ribaltato un altro barchino: 46 erano stati tratti in salvo ed era stato recuperato il cadavere di una donna, annegata. Sull’isola, sempre ieri, è arrivato anche il cadavere di un uomo in avanzato stato di decomposizione. Si ritiene che sia uno dei 17 dispersi del doppio naufragio verificatosi lunedì 24 aprile.
Stanotte a Lampedusa sono poi giunti altri 35 soccorsi dalla G079 Barletta della Guardia di finanza e 99 (fra cui 3 donne) agganciati dalla V1102 delle Fiamme gialle. Questi ultimi – sedicenti bengalesi, ivoriani, eritrei, etiopi, marocchini, egiziani e ghanesi – erano su una lancia libica di 12 metri salpata, a loro dire, da Zuwara in Libia. Stesso porto di partenza, ma su un barchino di 7 metri, dei 35 originari di Pakistan, Siria ed Egitto.
La motovedetta Cp273 della Capitaneria ha soccorso e imbarcato 35 persone (11 donne e 1 minore), 45 (5 donne), 40 (11 donne e 6 minori) e l’altra unità di soccorso, la Cp319, ha recuperato 40 (6 donne) e 39 (12 donne e 3 minori). I migranti – originari di Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea, Mali e Gambia – hanno dichiarato di essere partiti da Sfax, in Tunisia, e d’aver pagato 2mila dinari tunisini a testa.
Foto di repertorio