Migranti, scoperta banda di trafficanti di uomini a Palermo: 14 fermi, 4 sono latitanti
Accuse per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, esercizio di attività abusiva di prestazione di servizi di pagamento e altri delitti contro la persona, l’ordine pubblico, il patrimonio e la fede pubblica
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Sgominata, non nella sua totalità, una banda di Palermo che favoriva l’immigrazione clandestina. La polizia palermitana ha arrestato 14 uomini, di nazionalità straniera, accusati di essere membri di un’associazione a delinquere transnazionale. Altri 4 indagati, per ora, risultano essere latitanti. Pesanti le accuse rivolte contro i fermati: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, esercizio di attività abusiva di prestazione di servizi di pagamento e altri delitti contro la persona, l’ordine pubblico, il patrimonio e la fede pubblica. Il tutto è aggravato dalla transnazionalità.
L’OPERAZIONE
L’indagine è stata svolta e portata avanti dalla squadra mobile di Palermo e dal Servizio centrale operativo e coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai pm Gery Ferrara, Claudio Camilleri e Giorgia Righi. Le ricerche hanno portato alla scoperta dell’associazione criminale che operava tra Africa ed Europa. La banda, ormai radicata, agiva su due fronti: favoreggiava l’immigrazione clandestina ed esercitava abusivamente l’attività di intermediazione finanziaria utilizzando il metodo “hawala“. Questo filone d’indagini costituisce il proseguimento delle operazioni “Glauco I – II – III“. La banda sgominta a Palermo era attiva dal 2017 incentivando il traffico d’immigrazione clandestina ed il concentramento nei campi di prigionia in Libia.
L’associazione si attivava quando l’immigrato clandestino giungeva in Sicilia: i delinquenti, dopo aver sconsigliato i centri d’accoglienza, prendevano in carico il nuovo arrivato fornendogli, in molti casi, vitto, alloggio e documenti falsi curando, in seguito, la partenza del soggetto verso il nord Italia. In altri casi, invece, la banda contattava i migranti appena sbarcati nel nostro Paese proponendo trasferimenti in diverse zone dell’Europa. I criminali si arricchivano, ovviamente, con i soldi versati con il metedo “hawala” dagli stessi migranti o dalle famiglie di chi compiva il viaggio verso l’Italia e l’Europa.
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