Migranti, a Catania anche la Geo Barents: sbarcati in 357
Situazione tesa al porto di Catania: oltre alla Humanity 1 è attaccata anche la nave di Medici Senza Frontiere dalla quale sono sbarcate 357 persone su 574. Intanto, sulle scelte fatte a Catania la politica si divide: ecco cosa sta succedendo
Gli occhi dell’Italia sono puntati su Catania, dove in questo momento si trova la nave tedesca Humanity 1, intenzionata a non prendere il largo nonostante si siano concluse le operazioni di sbarco dei migranti considerati fragili. Sbarcate 144 persone in tutto, tra cui 102 minori; 35 naufraghi sono ancora a bordo (QUI I DETTAGLI).
Intanto, anche la Geo Barents di Medici Senza frontiere è attraccata al porto di Catania con 574 migranti a bordo. La nave norvegese aveva ricevuto l’autorizzazione dalle autorità italiane per la valutazione dei casi di vulnerabilità. La Ong riferisce che le operazioni si sono concluse con lo sbarco di 357 persone. Adesso restano al largo della costa etnea la tedesca Rise Above, con a bordo 90 migranti , e la norvegese Ocean Viking, con 234.
Migranti, il tasto dolente al largo dell’Italia
La vicenda della Humanity 1 e delle altre navi delle varie Ong al largo della Sicilia ha riacceso il dibattito sulla questione migranti. Secondo il diritto internazionale, questi dovrebbero infatti sbarcare nel primo porto sicuro che incontrano dopo il salvataggio ad opera dalle navi umanitarie.
Dopo il richiamo di Bruxelles all’Italia, Roma ha chiesto che intervenissero i Paesi di cui le navi umanitarie battono bandiera. Il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, al vertice previsto per il prossimo 14 novembre, andrà a sottolineare l’esigenza di “un patto a livello europeo per la gestione degli sbarchi e delle rotte dei migranti”.
In un’intervista al Messaggero, Tajani ha spiegato: “Gli Stati devono farsi carico delle navi che portano la loro bandiera”. Se la priorità è “accogliere i fragili, i malati, le donne, i bambini, le donne incinte” per non “trasformare il Mediterraneo in un cimitero”, l’Italia deve “sapere chi c’è a bordo, da dove vengono, dove sono stati presi. La responsabilità è dei comandanti, sono loro a dover rispettare le regole”.
Reazioni dal mondo della politica
Intanto, la politica si divide. Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, ha chiesto che il ministro Piantedosi riferisca in Aula sulle scelte fatte a Catania. Analoga richiesta dal Pd con una nota ufficiale. “Il carico residuale e lo sbarco selettivo. Linguaggio inaccettabile per scelte a Catania ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali. #Humanity1”. Così scrive su Twitter Enrico Letta.
Dal molo 25 di Catania, il deputato Aboubakar Soumahoro ha dichiarato che “un pool di avvocati sta seguendo la posizione legale dei 35 profughi rimasti a bordo della nave Humanity 1. Non partiranno, perché sarebbe illegale. Ci stiamo attivando per fare valere la legge e il diritto internazionale”.
Foto da Twitter Giansandro Merli
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