Si può partorire anche ad alta quota, e non è la prima volta. Lo dimostra la storia di una donna, facente parte dei migranti recentemente sbarcati a Lampedusa. E’ arrivata sull’isola al nono mese di gravidanza, e dopo pochi giorni è iniziato il travaglio. Appena si è capito che la gestante si trovava in condizioni prossime al parto, dal momento che non esistono presidi ospedalieri a Lampedusa, è prontamente intervenuto un elicottero del 118, per portare la donna presso l’ospedale più vicino, ad Agrigento. Ma la creatura in grembo, evidentemente, aveva troppa fretta di vedere com’è fatto il mondo. La donna dunque, in preda alle doglie, ha dovuto partorire durante il tragitto, assistita dai soccorritori, tra cui l’anestesista del 118 Angela Ferruzza e l’infermiere Gaetano Di Fresco.
Al momento la donna, già risultata negativa precedentemente a due tamponi, gode di ottima salute, così come il piccolo neonato. Entrambi si trovano nel reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento.
Il caso non è unico nel suo genere. Anzi, ha un recente precedente. Il primo di settembre, infatti, un’altra migrante aveva partorito su un elicottero, sempre del 118, durante un trasferimento all’ospedale Cervello di Palermo. Diversamente dal caso accaduto oggi, però, la migrante era risultata positiva al Covid. In quell’occasione era intervenuto il presidente della Regione Musumeci, dichiarando “Per noi il diritto alla salute di tutti è l’unica stella polare. Dalla quale non arretriamo e non arretreremo mai”.