Minacce, botte e richieste di denaro: 48enne si toglie la vita a Palermo, arrestati la figlia e il fidanzatino

Bommarito

Ci sarebbero una serie di richieste estorsive e aggressioni fisiche dietro al suicidio di un 48enne palermitano che si è impiccato in casa, nel quartiere del Villaggio Santa Rosalia, lo scorso 21 marzo. Alla figlia dell’uomo, 16 anni, e al fidanzatino ora la Procura per i minorenni, guidata da Claudia Caramanna, contesta i reati di rapina, estorsione, morte o lesione come conseguenza di altro delitto.

Stando a quanto riporta Ansa, qualche giorno prima del suicidio, la ragazza avrebbe scritto su Whatsapp al padre che se non le avesse dato la cifra richiesta lo avrebbe denunciato per violenza sessuale. L’uomo era disoccupato, diabetico e con altri due figli da crescere. Ora i due giovanissimi sono stati arrestati: il ragazzo, che è intanto divenuto maggiorenne, è nel carcere minorile Malaspina da novembre mentre la giovane si trova in una comunità.

Uomo si suicida a Palermo, indagati la figlia e il fidanzatino

A ritrovare il corpo senza vita del 48enne sarebbe stato uno dei figli. Pare che l’uomo abbia lasciato due lettere, una per la ragazza e l’altra per i due figli maschi. In particolare, nel testo indirizzato alla giovane il genitore scrive dell’estorsione di migliaia di euro subita e le ricorda che porterà con sé per tutta la vita il fardello della sua morte. A completare il quadro ci sarebbero anche i messaggi sui cellulari. Il 48enne era stato già picchiato e i due fidanzatini avrebbero continuato a ricordare l’episodio e a minacciarne il ripetersi.

La ragazzina, incinta, viveva a casa del fidanzato, figlio di un pregiudicato per reati di criminalità organizzata. Le numerose richieste di denaro, accompagnate da minacce, sarebbero state legate a disparati motivi: dall’acquisto di un telefonino, alla ricarica, a vari acquisti ritenuti indispensabili.