Alla Missione Speranza e Carità i positivi sono 103: la disperazione degli ultimi

Gli agenti all’ingresso della comunità dell’accoglienza in via Decollati faticano a trattenere gli ospiti che vogliono scappare. Non accettano la quarantena, hanno paura e temono di perdere i lavoretti che normalmente svolgono

Alla Missione Speranza e Carità fondata dal missionario laico Biagio Conte, i positivi al Covid-19 sono saliti a 103. Ieri  erano 39,  ma oggi dopo l’esito dei tamponi processati dall’Asp di Palermo che sta continuando ad eseguire i test nelle quattro strutture palermitanene, ne sono stati riscontrati altri 64. L’andamento dei contagi è tenuto sotto osservazione dalla prefettura che oggi ha convocato una riunione per fare il punto sulla situazione. Ieri il presidente della Regione Nello Musumeci con una sua ordinanza ha dichiarato zona rossa i quattro centri gestiti dalla missione,  che da anni accolgono indigenti, migranti, senza tetto e donne in difficoltà. 

LA DISPERAZIONE DEGLI EMARGINATI

Fra le centinaia di ospiti delle strutture della Missione adesso serpeggia la disperazione, perchè a causa della quarantena forzata non possono svolgere quelle attività che consentono a tanti di loro di rimediare la giornata. Gli agenti di polizia che presidiano i cancelli, e i pochi volontari che ancora non sono stati contagiati faticano a trattenerli ed a convincerli. Vorrebbero uscire, fuggire, per andare a pulire scale nei condomini, riempire buste della spesa nei supermercati, lavare i parabbrezza ai semafori o raccogliere pomodori nelle campagne. Lavori umili, rigorosamente in nero, che però per questi emarginati costituiscono l’unica fonte di guadagno. Ma ci sono anche quelli che chiedono l’elemosina nelle strade.

BIAGIO CONTE IN PELLEGRINAGGIO

Il fondatore della Missione, Biagio Conte, come scrive Repubblica è in Scozia per continuare la sua opera di sensibilizzazione sui temi della povertà e dell’accoglienza dei migranti. E prega per i suoi fratelli cantagiati dal coronavirus. Mancano anche due importanti missionari, che sono ricoverati al Cervello in gravi condizioni. Attualmente c’è solo don Pino a reggere la comunità. Il Comune e la Caritas sono pronti a fornire alla missione tutto quello che potrà servire a sostenere gli ospiti: cibo, vestiti e medicinali.