Modifiche in casa, adesso anche se sposti un mobile devi avvisa il Fisco: scattano multe tostissime

Qualsiasi modifica dell’appartamento adesso deve essere comunicata, se non si fa si può pagare un prezzo altissimo

Quando si tratta di fare modifiche in casa spesso si ricorre al faidate, per risparmiare sui costi della ristrutturazione che oramai sono alle stelle. Non tutti sanno che ormai anche la modifica o lo spostamento anche soltanto un elemento della casa deve essere comunicato al Fisco. Stiamo parlando anche piccolissime modifiche che possono in qualche modo modificare la pianta dell’appartamento e incidere sul valore. Recenti aggiornamenti dei dati catastali, attuati in molte aree comunali, hanno posto l’attenzione sull’importanza di adeguare le rendite catastali in base ai mutamenti del territorio.

Molte abitazioni, originariamente situate in aree di scarso valore, hanno visto un incremento del loro valore a causa dello sviluppo urbanistico e del miglioramento delle infrastrutture. Questi cambiamenti hanno comportato non solo un adeguamento dei dati catastali, ma anche un aumento delle imposte a carico dei proprietari. La sentenza della Corte di Giustizia Tributaria n. 4193/2024 ha ribadito la necessità che l’amministrazione fornisca una motivazione chiara e giustificata per ogni variazione delle rendite, garantendo così la trasparenza e la legittimità degli accertamenti.

Quando un immobile subisce interventi edilizi che modificano lo stato dei luoghi, come ampliamenti o cambiamenti strutturali significativi, è il proprietario a dover richiedere l’aggiornamento catastale. Questo obbligo implica la presentazione della nuova configurazione dell’immobile, accompagnata da una revisione della rendita catastale. In caso di omissione, l’Agenzia delle Entrate può avviare un accertamento catastale, che può comportare aumenti retroattivi delle imposte, interessi e sanzioni.

Gli accertamenti mirano a garantire un allineamento tra la realtà immobiliare e i dati catastali, preservando l’equità fiscale per tutti i contribuenti. Con la Legge di Bilancio 2024 all’Agenzia delle entrate (AE) è dato l’ulteriore onere di dover verificare la presentazione delle dichiarazioni di variazione dello stato dei beni in seguito agli interventi agevolati dal Superbonus, anche ai fini di vagliare eventuali effetti sulle rendite dell’immobile presenti in atti del catasto dei fabbricati.

Importanza delle rendite catastali e obblighi di aggiornamento

Le rendite catastali sono valori fiscali essenziali attribuiti agli immobili, utilizzati per calcolare imposte come l’IMU. Determinate dall’Agenzia delle Entrate in base a parametri come la localizzazione, la tipologia e la destinazione d’uso, queste rendite devono essere aggiornate in caso di modifiche significative agli immobili. L’aggiornamento è obbligatorio per garantire la corretta tassazione e per evitare interventi d’ufficio da parte del Fisco. In particolare, lavori di ristrutturazione che aumentano il valore dell’immobile o modificano la sua struttura o destinazione richiedono una revisione della rendita catastale entro 30 giorni dalla conclusione degli interventi.

Le modifiche che richiedono l’aggiornamento delle rendite catastali includono interventi come la creazione di nuove unità immobiliari, espansioni o modifiche interne che cambiano la funzione o il numero degli ambienti. Anche cambiamenti nella destinazione d’uso o lavori di riqualificazione che incidono significativamente sul valore dell’immobile impongono questa procedura. Gli interventi di efficientamento energetico legati al Superbonus, come l’installazione di cappotti termici, sono spesso esempi tipici di situazioni che comportano l’obbligo di revisione della rendita. Tuttavia, se i lavori non comportano un aumento di almeno il 15% della rendita, l’aggiornamento non è necessario.

Costi e procedura per la variazione

La revisione delle rendite catastali comporta un costo di 50 euro per ciascuna pianta presentata tramite la procedura DOCFA. È necessario affidarsi a un tecnico, come un geometra, il cui compenso varia tra 280 e 450 euro a seconda delle dimensioni dell’immobile. La mancata comunicazione della variazione può portare l’Agenzia delle Entrate a intervenire d’ufficio, con l’emissione di un avviso di accertamento e l’assegnazione di una nuova rendita. Tale intervento comporta anche l’applicazione di sanzioni amministrative e interessi, aumentando significativamente i costi per il contribuente.

Se l’Agenzia delle Entrate emette un avviso di accertamento, il contribuente può accettare la nuova rendita, evitando ulteriori adempimenti catastali. In caso contrario, è possibile richiedere una revisione in autotutela o presentare ricorso qualora si ritenga che l’accertamento non sia fondato. Per evitare complicazioni e costi aggiuntivi, è sempre consigliabile adempiere tempestivamente agli obblighi di aggiornamento catastale, garantendo così una corretta gestione fiscale dell’immobile.