Morte Viviana e Gioele, Procura: “Sconfessata platealmente la tesi attuale”

La Procura nei prossimi giorni esaminerà nel dettaglio la relazione. Sta di fatto che i tempi per chiudere l’inchiesta sulla morte di Viviana e Gioele si allungano

Viviana

La difesa della famiglia Mondello ha inviato alla Procura di Patti una relazione riguardo la morte di Viviana e Gioele; madre e figlio, nell’agosto scorso, sono stati ritrovati privi di vita tra le campagne di Caronia (Messina). La relazione è arrivata stamane al Procuratore capo Angelo Cavallo che nei prossimi giorni esaminerà le pagine nel dettaglio.

“Se il contenuto della relazione corrisponde fedelmente a quanto riportato dagli articoli di stampa, ci troviamo di fronte all’ipotesi che Viviana e il bambino siano caduti in un pozzo“. Ha dichiarato questa mattina il procuratore Angelo Cavallo. “Prendo atto che gli ultimi consulenti nominati dai legali hanno sconfessato platealmente quella che era la tesi finora propugnata e cioè che il bambino fosse stato aggredito ad opera di cani e la signora Parisi eliminata come testimone scomoda. Dopo 8 mesi ci troviamo, quindi, di fronte ad una tesi completamente diversa. Abbiamo ricevuto solo questa mattina la relazione” continua il Procuratore; “la leggeremo e valuteremo con attenzione il da farsi, rispetto a questa nuova e sorprendente teoria. Valuteremo, come abbiamo sempre fatto, cosa sia necessario fare, noi non abbiamo mai avuto tesi che seguiamo in modo aprioristico”.

LA RISPOSTA DELLA DIFESA DELLA FAMIGLIA MONDELLO

Non si è fatta attendere la risposta dei consulenti della famiglia Mondello. Con un comunicato stampa, qualche ora fa, hanno replicato alle parole del procuratore Cavallo attraverso una nota.

“Egr. Procuratore Capo,
Lei per noi rappresenta la più alta Autorità Investigativa e di conseguenza Le significhiamo il nostro più profondo rispetto per il Suo ruolo e la Sua funzione
; per la Sua persona, per la Sua professionalità e per l’intera struttura che Lei coordina. E tale rispetto è esteso ai Suoi Sostituti Procuratori ed a tutti gli Investigatori e Consulenti.

Però, leggendo le Sue dichiarazioni in seguito riportate ci rammarichiamo che Lei prima abbia bollato pubblicamente le nostre argomentazioni come “ardite” (addirittura confutando che vi sia stata traslazione del cadavere di Viviana dal luogo della morte sino al traliccio e quindi depistaggio) e ora come “sorprendenti”, ricorrendo addirittura a ipotesi obsolete della Difesa della Parte offesa (cani e/o eliminazione di testimone scomoda…), in quanto lei rappresenta l’investigazione totale e oggettiva effettuata in nome del popolo italiano per scopi di giustizia e di verità.

Al limite, noi Consulenti di parte possiamo mettere nelle nostre attività passioni, sentimenti ed emozioni, Voi Investigatori Pubblici no! Del resto si deve ipotizzare tutto quello che è probabile e scartare l’impossibile, il tutto con freddezza e senza pregiudizio!

Le ricordiamo che mentre noi siamo stati limitati continuamente nell’acquisizione dei dati info-investigativi, medico legali e antropologici forensi, tecnici, scientifici, criminalistici, criminologici e documentali, giustamente Lei, Voi e la Struttura Investigativa che Lei rappresenta non avete sofferto tali limitazioni. Ecco perché noi – così come Voi – abbiamo dovuto attendere il continuum dell’acquisizione dati.

Ora noi abbiamo enunciato il seguente scenario sicuramente il più plausibile in attesa che noi si possa accedere nuovamente ai corpi con la nostra strumentazione Laser 3D.

I PUNTI PRINCIPALI DELLA RELAZIONE DELLA DIFESA DELLA FAMIGLIA MONDELLO

  • Tutto depone, sia in positivo che in negativo, che “La morte di Viviana e Gioele si è verificata in seguito a precipitazione e successiva asfissia all’interno di invaso/i contenitore/i sito/i nel bosco di Caronia con le caratteristiche simili a quelle di un pozzo profondità di 3-4-5 metri; presenza di acqua al massimo mezzo metro; possibilità di morte immediata causa asfissia in acqua; possibilità di recupero da terzi dei corpi tramite strumenti e mani con (A) Viviana tirata fuori la tarda sera del 3 agosto o la mattina del 4 agosto e trasportata con apposito mezzo per la messinscena e il depistaggio e, nel trazionamento, le vengono strappati i capelli. (B) Gioele tirato fuori successivamente (anche dopo molto tempo) e depositato nel tragitto fra la zona piazzola e la zona traliccio; senza escludere che sia stato conservato in un contenitore di plastica e posizionato sul luogo del rinvenimento successivamente. Nulla si esclude in tal senso, a prescindere dalle emergenze dei droni e del satellitare i cui dati non sono a nostra conoscenza.

Madre e figlio morti per asfissia

  • Il decesso di Viviana è da ascriversi a morte violenta in seguito a una precipitazione verticale (la frattura femorale sottocapitata, la frattura esplosiva di due vertebre della colonna e il tranciamento del midollo cagionato dal frammento dorsale di frattura vertebrale indicano una circostanza precipitativa con punto di impatto iniziale a carico dell’arto inferiore sinistro e un vettore di scarico dell’energia cinematica lungo lo scheletro assile della colonna vertebrale, a valle di questo “sconvolgimento” lesionale vi sarebbero le fratture dell’articolato costale sinistro lungo la linea emiclaveare sinistra ascellare). Di fatto la donna è precipitata, ha subito il tranciamento del midollo spinale in seguito all’esplosione di due vertebre ed è morta per asfissia nell’acqua presente nell’invaso. Anche Gioele è morto per asfissia assieme alla madre dopo avere sbattuto la parte sinistra del cranio sulla parete dell’invaso.
  • Lo stato dei corpi e le fratture (proprie di precipitazione ma escludendo quelle dal traliccio), i segni sul corpo e sui vestiti di Viviana depone in tal senso ed è elemento di riscontro. Lo stato dei denti dei due depone in tal senso ed è elemento di riscontro. Le colorazioni rosa degli elementi dentari, parziali nei resti di Viviana e complete in quelli di Gioele, sono colorazioni strettamente correlate alle condizioni peri-mortem (durante la morte) dei due precipitati, ovvero a uno stato di asfissia occorso successivo alla precipitazione verticale di Viviana e di Gioele e di permanenza in acqua.
  • L’assenza di ogni traccia che unisca Viviana al traliccio ed alla precipitazione dopo l’arrampicamento depone in tal senso ed è elemento di riscontro.
  • Depongono in tal senso sono elementi di riscontro: (1) l’impossibilità che Viviana abbia percorso il tragitto dalla piazzola al traliccio; (2) l’impossibilità che si sia arrampicata sul traliccio e successivamente buttata; (3) l’impossibilità che abbia potuto strangolare manualmente o con un mezzo costrittore Gioele facendolo morire per asfissia; (4) l’impossibilità che Gioele si sia procurata la frattura al cranio durante l’incidente.

MORTE VIVIANA E GIOELE ABILE MESSINSCENA

Quindi, nessuna uccisione del piccolo Gioele da parte di Viviana, nessun suicidio e/o lancio dal famoso traliccio di Viviana. Trattasi di abile messinscena organizzata da una “combinazione criminale motivata e coinvolta” . Secondo i consulenti il tutto sarebbe avvenuto “tramite la traslazione dei cadaveri in zone sensibili proprio per inscenare il suicidio o la disgrazia ed allontanare da sé ogni responsabilità!”.

SLITTA LA CONCLUSIONE DEL GIALLO DI CARONIA

Intanto si attende che i periti nominati dalla Procura depositino le loro relazioni; ciò dovrebbe avvenire nel mese di aprile, quanto meno per quanto riguarda la relazione medico-legale e tutti gli accertamenti connessi sulla morte di Viviana.
La conclusione delle indagini, alla luce delle nuove tesi proposte dai periti della famiglia Mondello, slitta dunque ancora.