Morto dopo intervento a Villa Sofia, la moglie denuncia: “Trattato in maniera disumana”

Il professore Ludovico Tulumello è morto il 2 marzo 2023, a casa dopo
quattro mesi da un intervento al femore. La moglie è oggi socia del COMFAM, Comitato Familiari e Amici delle vittime di presunta malasanità all’A.O. Villa Sofia-Cervello di Palermo

Si è tenuta alle 18 di lunedì, nella chiesa Regina Pacis, la messa di commemorazione del professore dell’Università di Palermo Ludovico Tulumello, morto il 2 marzo del 2023 all’età di 79 anni, a casa dopo
quattro mesi da un intervento al femore a Villa Sofia. Dal COMFAM (Comitato Familiari e Amici delle vittime di presunta malasanità all’A.O. Villa Sofia-Cervello di Palermo) hanno partecipato quattro rappresentanti del Comitato in quanto la moglie del professore, Caterina Chinnici, dal giorno 27 febbraio 2025 è diventata socio.

Il racconto

In una nota la donna racconta l’esperienza vissuta dal marito e le ragioni del suo impegno. “Mio marito lo abbiamo portato in ospedale – riferisce – doveva essere operato in massimo 48 ore per evitare un problema di embolia e invece è stato sottoposto all’intervento il 7 ottobre 2022. Nessuno di noi familiari é
riuscito a vedere il nostro caro. Pochissime e non esaustive le notizie che ci venivano fornite, una sola volta al giorno. É stato 3 giorni al Pronto Soccorso in barella, 2 giorni in astanteria e, finalmente il 4
ottobre trasferito in ortopedia e il 7 l’intervento. Giorno 11 viene dimesso e trasportato a casa con ambulanza privata”.

“Tutto ciò ed altro – prosegue la nota – mi viene raccontato da mio marito, lamentandosi moltissimo di come veniva trattato e della poca attenzione nei confronti dei ricoverati. Mio marito aveva ancora nel braccio l’ago per la presa venosa che gli ho tolto io ed una grossa piaga da decubito sulla schiena. Grande, profonda e dolorosa che abbiamo curato per mesi; la gamba operata un cm più corta
ed uno stato di prostrazione patologico. Non si é più ripreso, nonostante le attenzioni e le cure domiciliari con medici specialisti per le varie patologie. Purtroppo il 2 marzo 2023 il suo cuore si ferma. Non so se c’è una correlazione tra il ricovero ed il decesso, forse non lo saprò mai, ma ciò di cui sono certa sono le condizioni disumane in cui ho ritrovato mio marito dopo 13 giorni di sequestro di persona, lasciato solo e senza assistenza. Tutto ciò ha causato uno stato confusionale che non regrediva”.

“Una persona non può essere trattata così, abbandonata a se stessa. Io devo dare dignità a mio marito, in dodici giorni nemmeno lo hanno cambiato. L’ho ritrovato con lo stesso pigiama che aveva al momento del ricovero con la manica tagliata per la flebo. Non lo aiutavano a mangiare, infatti era dimagrito tanto. Una volta uscito dal nosocomio, Ludovico mi disse che in ospedale non ci voleva andare più perché è un
inferno. Dopo due anni ho trovato il coraggio di rivolgermi all’avvocato Andrea Dell’Aira, dopo aver visto in televisione il caso dell’anziano di 76 anni morto al pronto soccorso di Villa Sofia dove è stato lasciato
per 17 giorni con una frattura alla spalla. Non mi interessa il risarcimento, ma io devo dare dignità a mio marito, per evitare che i trattamenti avuti da lui e dal signore di 79 anni non si verifichino più”.