Motorizzazione: a casa di uno degli indagati trovati 590mila euro in contanti

L’indagine è iniziata nel 2020. Alla Motorizzazione, il “monopolio” di poche agenzie per disbrigo pratiche automobilistiche

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Dietro l’inchiesta sulla corruzione alla Motorizzazione di Palermo c’è un vasto panorama di falsificazioni: numerosissimi i reati contestati a vario titolo. Dalla corruzione, all’accesso abusivo a sistema informatico o telematico, alla falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. I capi di imputazione sono 187. 42 le persone indagate in totale.

Il caso

Per 21 sono state emesse misure di arresti domiciliari. L’indagine è iniziata nel 2020, durante il periodo dell’emergenza Covid. Gli organi preposti avevano rilevato negli ultimi anni   un costante e sospetto «trend» di crescita per  le  nazionalizzazioni delle vetture acquistate in paesi dell’Ue o extracomunitari e poi immatricolate in Italia.  Si era passato dalle 7.740 immatricolazioni del 2016 alle 20.465 del 2019.

Motorizzazione, il «monopolio» di poche agenzie disbrigo pratiche

Inoltre gli intestatari di certificati, carte di circolazione e revisioni fasulle erano per oltre l’ottanta per cento residenti fuori dalla Provincia di Palermo. E inoltre  si rivolgevano ad un limitato numero di agenzie disbrigo pratiche palermitane che, come emerge dalle indagini, avrebbero esercitato una sorta di «monopolio» delle nazionalizzazioni. Falsando in tal modo il libero mercato a danno delle altre Agenzie concorrenti. Sono oltre 60 gli episodi di presunta corruzione che vede funzionari e dipendenti della Motorizzazione indagati per la trattazione di quasi 100 veicoli. È venuti fuori  un «diffuso sistema» di corruzione che ha coinvolto funzionari e dipendenti della Motorizzazione, i responsabili di agenzie disbrigo pratiche automobilistiche. Il tutto dietro il pagamento di somme a volte neanche tanto elevate, ma che hanno consentito ad alcuni coinvolti di lucrare posizioni economiche che vanno ben oltre uno stipendio di dipendente pubblico.

A casa di un funzionario trovati 590mila euro in contanti

L’indagine racconta, come riportato dal Giornale di Sicilia, che le telecamere della polizia hanno documentato l’atto di accusa con molti video realizzati durante le giornate di lavoro nell’ufficio finito al centro del nuovo terremoto giudiziario. Fra le riprese che hanno documentato l’atto d’accusa della Procura, ce ne sono alcune che riguardano il funzionario della Motorizzazione Luigi Costa, immortalato mentre apre buste, prende contanti e li infila nella tasca dei pantaloni. Gli investigatori hanno collegato, volta per volta questi episodi, ad accessi al sistema informatico della Motorizzazione, per autorizzazioni illegali. A casa di Luigi Costa la polizia ha trovato 590mila euro in contanti.

Il funzionario, che è accusato di corruzione, abuso e violazione del sistema informatico, nel 2013 era rimasto coinvolto in un’altra indagine e aveva patteggiato la pena di un anno e 3 mesi per falso e, anche allora, per accesso abusivo al sistema informatico. Per questo era stato trasferito all’assessorato regionali ai Trasporti, ma dopo qualche anno era tornato alla Motorizzazione. Secondo la tesi della Procura e della Polizia stradale, di particolare gravità sono stati gli «omessi collaudi, in quanto diretti alla verifica della efficienza e regolarità dei veicoli, la cui mancata effettuazione poneva potenzialmente a rischio la sicurezza della circolazione stradale». Come, per esempio, nel caso della mancata revisione degli impianti a gas dei veicoli.

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