Motovedetta libica spara contro pescherecci siciliani: l’episodio in acque internazionali

Tommaso Macaddino, segretario Uila pesca Sicilia: “La notizia dei colpi sparati ieri sera dalla motovedetta libica verso i due motopesca catanesi ripropone d’attualità la questione sicurezza per i nostri pescatori che lavorano nel Canale di Sicilia”

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Nella foto i due motopescherecci di Mazara del Vallo, "Aliseo" e "Anna Madre" Mazara del Vallo (Trapani), 3 agosto 2017. ANSA/ UFFICIO STAMPA DISTRETTO DELLA PESCA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Colpi d’arma da fuoco da una motovedetta libica verso il peschereccio “Salvatore Mercurio” di Marzamemi, in acque internazionali a nord di Bengasi insieme al “Luigi Primo”. I due motopesca risultano iscritti al Compartimento marittimo di Catania.

Il fatto è accaduto nella serata di ieri, 3 giugno. I colpi non hanno provocato né danni né feriti. Sul posto è intervenuta la fregata Grecale della Marina Militare che ha invitato la motovedetta ad allontanarsi. Un team sanitario e uomini del San Marco sono intanto  saliti a bordo dei pescherecci per garantire la sicurezza. Della situazione è stato costantemente informato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

Le imbarcazioni impegnate nella pesca di tonno e pesce spada erano in acque internazionali che i libici riconoscono, in maniera unilaterale, come zona di protezione della pesca (Zpp). 

“La notizia dei colpi sparati ieri sera dalla motovedetta libica verso i due motopesca catanesi ripropone d’attualità la questione sicurezza per i nostri pescatori che lavorano nel Canale di Sicilia”. Così ha dichiarato il segretario Uila pesca Sicilia Tommaso Macaddino. “La questione di accordi bilaterali tra Italia e Libia non è più rinviabile. È ancora viva dentro tutta la marineria mazarese la ferita del sequestro di 108 giorni che hanno vissuto 18 pescatori in Libia. Di sicurezza se ne parla quando c’è il caso di cronaca e poi il tema cade nel dimenticatoio”.

(Foto di repertorio)

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