Multe “à gogo” con i “super occhiali” della polizia municipale

Si tratta di un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti

Sta scatenando molte polemiche, anche per la tutela della privacy, una sperimentazione che partirà a dicembre ad Arezzo e Lecce. In queste due città gli agenti della polizia municipale saranno dotati di super occhiali con telecamere a raggi infrarossi incorporati per leggere targhe e documenti, e procedere immediatamente, se necessario, con le multe.

Come funzionano i “super occhiali”

L’uso dei super occhiali Lab Glasses che saranno dati alla polizia municipale di Arezzo è indicato per luoghi e circostanze dove serve velocità di intervento. Il modello che sarà testato sulle strade è un sistema costituito da “un occhiale dotato di visore e di telecamere ad alta risoluzione ideato per riconoscere e leggere automaticamente i dati dei veicoli e i documenti degli utenti. Grazie al software Urbano 2.0, integrato nel device abbinato al sistema, consentono l’accesso alle principali banche dati e l’acquisizione in tempo reale delle informazioni richieste che saranno impresse direttamente sul visore oculare”. Il comandante della polizia municipale di Arezzo, Aldo Poponcini, ha spiegato al Corriere Fiorentino: “I dati vengono proiettati sul visore dell’agente che controlla e può decidere se multare oppure no. La stampante di cui è dotato lo strumento permetterà di avere subito la sanzione pronta. Con la versione finale si arriverà alla notifica digitalizzata”.

L’intervento del Garante della privacy

Questi occhiali però sono finiti nel mirino del Garante della privacy. L’Autorità ha infatti aperto un’istruttoria nei confronti dei comuni di Arezzo e Lecce. “In base alla normativa europea e nazionale – ha ricordato l’Autorità all’agenzia AdnKronos – il trattamento di dati personali realizzato da soggetti pubblici, mediante dispositivi video è generalmente ammesso se necessario per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o per l’esecuzione di un compito di interesse pubblico o connesso all’esercizio di pubblici poteri. Ma i Comuni, ha sottolineato il Garante, possono utilizzare impianti di videosorveglianza, solo a condizione che sia stipulato il cosiddetto patto per la sicurezza urbana tra Sindaco e Prefettura”.

Quindi i ’Autorità, con una nota, ha messo in guardia dall’uso di dispositivi video che possano comportare, anche indirettamente, un controllo a distanza sulle attività del lavoratore e ha invitato al rispetto delle garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo Statuto dei lavoratori. Anche il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa  (Foto Ansa)