Multe record da 880 euro, la tassa nascosta che colpisce gli automobilisti: serve per finanziare il Governo
Nelle nuove misure del codice stradali ci sono sanzioni da capogiro simili a una tassa occulta
Il nuovo Codice della strada entrerà in vigore dopo 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, l’ultimo passo dopo la firma del presidente della Repubblica. Il Nuovo Codice della Strada 2024 prevede ulteriori strette riguardanti l’uso dei cellulari alla guida, il tasso alcolemico e stupefacenti, l’uso delle biciclette e dei monopattini e l’utilizzo degli autovelox in modo equo.
Una delle principali novità è l’introduzione nel nuovo Codice della Strada 2024 è l’ergastolo della patente per coloro che guidano sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e commettono reati molto gravi durante la guida, ad esempio non fermarsi dopo un incidente. Saranno previsti dei corsi sull’educazione stradale anche alle scuole superiori che daranno diritto a due punti in più sulla patente.
È prevista la sospensione della patente da 7 a 15 giorni per chi infrangerà il Codice della Strada nel 2024 e la decurtazione di 20 punti per le seguenti infrazioni: superamento dei limiti di velocità (tra i 10 e i 40 km/h), passaggio al semaforo con il rosso, inversioni di marcia dove vietato, sorpasso vietato o a destra , mancata precedenza, mancato rispetto all’alt di un agente del traffico, mancato rispetto della distanza di sicurezza, circolazione contromano e infrazioni sulle autostrade.
Ci sono nuove norme anche per i monopattini elettrici che sono tenuti ad essere dotati di assicurazione, targa e frecce obbligatorie, al fine di garantire una maggiore sicurezza per i loro utilizzatori e per gli altri utenti della strada. Sarà obbligatorio l’uso del casco per chi è a bordo dei monopattini, sia per maggiorenni che per i minorenni, al fine di prevenire lesioni gravi in caso di incidente. Per chi circola senza assicurazione è prevista una sanzione da 100 a 400 euro, mentre per chi circola un monopattino privo di indicatori luminosi di svolta e freno su entrambe le ruote, la multa va da 200 a 800 euro.
Una riforma contestata: tra sicurezza e cassa
La recente riforma del codice della strada, promossa dal ministro Matteo Salvini e approvata in Senato il 20 novembre 2024, ha riacceso il dibattito sulla reale finalità delle sanzioni per eccesso di velocità. Mentre ufficialmente si punta a incrementare la sicurezza stradale, le modalità di applicazione e l’aumento delle sanzioni suggeriscono un secondo obiettivo: fare cassa. La coincidenza tra il potenziamento delle multe e la necessità di reperire fondi per progetti come il ponte sullo Stretto di Messina – che richiede oltre un miliardo di euro aggiuntivi – alimenta il sospetto che i provvedimenti siano una tassa occulta a carico degli automobilisti.
Numerosi esempi, come autovelox posizionati immediatamente dopo limiti di velocità improvvisamente ridotti, rivelano una pratica poco trasparente. In Lombardia, segnaletiche che riducono i limiti a 30 o 70 chilometri orari su strade a scorrimento veloce risultano poco plausibili dal punto di vista della sicurezza. Questa configurazione obbliga gli automobilisti a frenate improvvise o li espone a sanzioni inevitabili, alimentando l’impressione di un sistema pensato più per incassare multe che per prevenire incidenti.
Sanzioni più Pesanti: chi paga il prezzo più alto
Le nuove norme prevedono multe che arrivano fino a 880 euro, con il rischio di sospensione della patente già alla seconda infrazione nell’arco di un anno. Anche gli eccessi di velocità minimi sono trattati con severità, senza distinguere tra chi supera il limite di pochi chilometri orari e chi si rende colpevole di infrazioni gravi. Questa rigidità, unita alla posizione strategica di alcuni autovelox, crea una situazione in cui gli automobilisti si sentono più vessati che tutelati.
Dietro il giro di vite sulle infrazioni stradali, si intravede una mancanza di trasparenza nella gestione delle risorse. Organizzazioni come l’Aci, che potrebbero rappresentare gli automobilisti, sembrano avere legami troppo stretti con il sistema politico. Questo contesto, unito agli aumenti dei fondi per opere come il ponte sullo Stretto, alimenta il sospetto che la sicurezza stradale sia diventata un pretesto per coprire tagli statali e garantire finanziamenti a progetti controversi.